Bitch Slap - Le superdotate
(Bitch Slap)

Anno 2009

Nazione USA

Genere AZIONE

Durata 105'

Uscita 22-07-11

distribuzione
EAGLE PICTURES

Regia
Rick Jacobson
Sceneggiatura
Rick Jacobson, Eric Gruendemannr
Fotografia
Stuart Asbjornsen
Montaggio
Joe McFadden, Corey Yaktus
Scenografia
Vali Tirsoaga
Costumi
Rosalinda Medina, Robin Lewis West
Musica
John R. Graham
Produzione
Bombshell PicturesIM Global
Interpreti
Julia Voth, Erin Cummings, America Olivo, Michael Hurst, Ron Melendez, William Gregory Lee, Minae Noji

 

Se il western ha inventato il piano americano (inquadratura dal ginocchio in su per riprendere la pistola nel cinturone) il genere S-exploitation ha inventato il piano “sessuale” l'inquadratura che parte dal seno e scende fino all'organo sessuale femminile.
D'accordo non esiste questa inquadratura è un falso storico un po' come il docufiction Forgotten Silver di Peter Jackson, ma tecnicamente il regista Rick Jacobson, che ha iniziato a girare film a nove anni è forse con la camera è rimasto all'altezza da adolescente, ha teorizzato ed applicato tale piano alla sua nuova delirante pellicola: Bitch Slap – Le Superdotate.
Per gli amanti dei Cahiers du Cinema diremmo che il film ha una costruzione a flashback, alla Memento per intenderci, catapultati in mezzo a una pianura desertica persa nel nulla in compagnia di tre splendide e maggiorate ragazze che fanno la loro entrata in scena nel seguente ordine: tette, gambe, ombelichi e culi. Il viso, l'espressività... andate oltre...
La trama è demente quanto la realizzazione del film che applica, in omaggio al genere che ebbe un suo seguito tra gli Anni Cinquanta e Settanta, tecniche come lo zoom, lo split screen (divisione dello schermo in più parti a sostituzione del classico montaggio), il rallenty, le proiezioni dietro gli attori per ricreare ambienti e scenografie (il medioevo del blue screen) ed appunto il flashback tecnica delicatissima da usare con parsimonia, cosa completamente disillusa in questa pellicola.
Qui le tre splendide attrici/playmate sono ragazze spietate (una spogliarellista squattrinata, un killer\corriere della droga e l’intermediaria di un’azienda) giunte in uno sperduto rifugio nel deserto allo scopo di sottrarre un ingente bottino ad uno spietato boss della malavita. Ma ben presto, la situazione sfugge dal loro controllo, ed a quella del regista a nostro parere, mentre si susseguono tradimenti, rivelazioni e sulla scena sopraggiungono altri criminali iniziando un gioco al massacro fatto di colpi di scena (?) e ribaltamenti di ruoli (??) in cui "il nulla è più quello che sembra" è dato dalla confusione che non a una scenggiatura acuta e pianificata.
Logica e verosimiglianza sono bandite, il senso della narrazione messo al confino, quello che segue sullo schermo ed in maniera assai noiosa in verità sono sparatoie, mutilazioni, sangue, colpi proibiti sotto la cintura intervallate da primi piani su tette, culi, gambe e labbra rifatte.
Le tre protagoniste, la stripper dal cuore d'oro e cervello da gallina Julia Voth (ex modella), l'enigmatica e doppiogiochista Erin Cummings (vista recentemente nel serial tv Spartacus: Sabbia e Sangue nel ruolo di Sura la compagna di Sparatcus) e la violenta e psicopatica America Olivo (nella quotidianità cantante del gruppo Soluna) mettono generosamente tutte loro stesse non senza un pizzico di ironia che però non salva un progetto demenziale e un omaggio ad un genere che Tarantino aveva esaltato nel suo Grindhouse – A prova di morte. Ma di ironia ne sarebbe servita a vagonate, mentre qui basta neanche a riempire un vagone letto...
[fabio melandri]