Sangue - La morte non esiste
id.
Regia

Libero De Rienzo

Sceneggiatura
Libero De Rienzo
Fotografia

Francesco Di Giacomo

Montaggio
Libero De Rienzo
Musica
Giardini Di Miro’
Interpreti
Elio Germano, Emanuela Barilozzi, Luca Lionello, Libero De Rienzo
Anno
2005
Durata
104'
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Distribuzione
Mikado

Sangue è il film della vita, è il primo grande amore, quello eterno, quello che sconvolge e rimane. Questo è ciò che è e ciò che racconta”.
Libero De Rienzo, regista di Sangue – La morte non esiste, così introduce la sua opera prima, presentata al 58mo Festival di Locarno, la storia del rapporto, esclusivo e incestuoso, tra due fratelli, Iuri e Stella. De Rienzo non solo dirige ma scrive la sceneggiatura e si occupa del montaggio. L’attore feticcio del regista Marco Ponti (Santa Maradona nel 2001, A/R Andata + Ritorno nel 2004) si cimenta con un film ambizioso e impetuoso, girato in quattro settimane in una fabbrica di Torino, con un budget ridotto (attori e tecnici si sono accontentati di paghe da minimo sindacale e una compartecipazione).
E’ la carne del mio pensiero. Tutte le sue ingenuità sono le mie, e i suoi difetti i miei. Dalla macchina da presa al montaggio è tutta colpa mia, e dei libri che ho letto, dei quadri che amo, degli uomini che hanno lavorato affianco a me, coautori tutti del film”, spiega il regista.
Il film è diviso in tre capitoli. Il primo è affidato alla voce narrante di Stella, che ci introduce alla vicenda. Stella (Emanuela Barilozzi) è una ragazza decisa e indipendente, “sconvolgente e definitiva”, come la definisce sempre Yuri. Sembra sia lei a dominare nel rapporto col fratello, anche se ne è, allo stesso tempo, soggiogata. Le sue parole ci offrono un ritratto del fratello, delle dure prove che hanno dovuto affrontare insieme, dei problemi con il padre, ma soprattutto della loro perfetta sinergia, che rasenta la simbiosi. La sua testimonianza rende però, allo stesso tempo, evidente come questo legame sia soffocante per lei, soprattutto perché Yuri le dipende in tutto e ha in lei il suo unico contatto con la realtà. Una via d’uscita, però, si offre a Stella, l’ammissione alla New York Academy Ballet, la fuga da tutto. Il problema maggiore è adesso spiegarlo a Yuri.
Il secondo capitolo, narrato in tempo reale, con movimenti veloci di camera a mano, ci presenta Yuri (Elio Germano), la sua ossessione per la sorella, il suo rifiuto della vita che lo porta a rifugiarsi in un’esistenza artistoide e disordinata, la sua paura di vivere se non dietro l’ombra di un amore impossibile. La scoperta, durante un rave, dell’abbandono da parte di Stella lo costringerà a fare i conti con le sue paure.
La terza parte, definita da De Rienzo, “politica”, apre nuove e inaspettate strade per i due fratelli che, travolti da un terzo personaggio, Bruno, finiranno per essere inseguiti dalla polizia e trovare inaspettato rifugio in una chiesa. L’epilogo tragicomico, l’esplosione della rabbia di Yuri durante un appassionato sermone finale, segnerà anche la sua presa di consapevolezza, il suo approdo alla maturità, il coraggio di affrontare le sue paure, fino ad accettarne le conseguenze estreme.
Ogni capitolo è contraddistinto, oltre che da un diverso tempo narrativo, da un diverso stile registico. Il risultato finale è un calderone di stili, oltre che di spunti e tematiche, accennate mai approfondite, che degenera in caos. Troppo preso dall’inserire voci fuori campo, flashback, citazioni, troppo concentrato in (pretestuose) dimostrazioni filosofiche, De Rienzo perde di vista il filo della narrazione, il difficile rapporto tra i due fratelli, ben retto comunque dalla recitazione degli attori, soprattutto dalla prova di Elio Germano (protagonista di Liberi di Tavarelli, visto di recente anche in Quo vadis, baby?). Da segnalare la colonna sonora, realizzata da Giardini di Mirò, Godspeed You! Black Emperor e Torpedo.

[luisa giannitrapani]



| intervista a emanuela barilozzi |