Autore
Daniele Falleri
Regia
Daniele Falleri
Scene
Valerio Cappelletti, Costantino Pell
Costumi
Alexandra Toesca
Luci
Coreografie
Musica
 Marco Schiavoni

Interno napoletano. Una famiglia comune: la madre Gianna (Elena Russo), il padre (Emanuele Salce), il figlio (Andrea Standardi) e la figlia Samantha (Laura Adriani). Tutto apparentemente normale. Certo la madre parla troppo, è iperattiva, agitata; il padre ha un atteggiamento remissivo ma colpevole, nasconde qualcosa; la figlia, vergognosa oltre la sua condizione; il fratello poi urla e fa a botte. Saranno gli spari che provengono dal cortile ad aver causato tanta agitazione? Sarà un topo nel cortile? Il dramma è fuori o dentro l’appartamento?

Samantha è incinta di cinque mesi e il fidanzatino storico attraverso la madre fa sapere che non è lui il padre. La colpa aleggia sulla scena, in quegli arredamenti e costumi ossessivamente rossi e neri. Sangue e morte. L’unica a combattere come una leonessa è la madre Gianna: lo spettacolo è costruito tutto intorno a lei. Gianna mortifica continuamente il marito inconcludente, incalza la figlia per sapere la verità sulla gravidanza, telefona alla madre del fidanzato per il matrimonio riparatore. «Chi la capisce la gente al giorno d’oggi», sentenzia alla fine.

Le dinamiche familiari sono complesse, non è la famiglia del Mulino Bianco. È il luogo dove i vissuti dei componenti costruiscono la prima identità e se accade un incidente, come il mutismo della figlia, si può decidere di vivere il dramma dentro, in modo claustrofobico, o aprirsi all’esterno, condividendolo con gli altri. Ne “Il topo nel cortile” il dramma è vissuto all’interno, i genitori si sono spartiti la cura dei figli, la madre il figlio, il padre la figlia, in un rapporto esclusivo che sfocia nella patologia. Il testo ricorda un po’ la costruzione delle commedie di Eduardo De Filippo, seppure con uno sguardo meno profondo e senza gli accenti e le pause riflessive di quel mondo. Erano altri tempi. Tuttavia, affronta un tema difficile senza spaventare lo spettatore, anzi. Confondendolo con la vitalità di Gianna un po’ come in Maggie, la protagonista dell’opera teatrale di Tennessee Williams “La gatta sul tetto che scotta” , interpretata da Elisabeth Taylor sullo schermo.

Gli attori sono ben diretti, immersi nei loro ruoli e contemporaneamente in relazione l’uno con l’altro. Le trovate sceniche sono tradizionali ma efficaci; il regista drammaturgo Daniele Falleri si concentra più sugli attori e sulla costruzione del testo che sui dialoghi, semplici e autentici. Linguaggio familiare e teatrale convivono naturalmente, senza forzature artificiali o 'gigionamenti' degli interpreti. La Russo nella parte della madre è la mattatrice: attraversa tutti i colori dell’animo umano con assoluta spontaneità e con controllo della verve campana, da vera attrice. Salce accompagna il personaggio del padre con intensità e si fa notare nella brevità dei dialoghi; la Adriani riesce a dare forza al ruolo solo con il corpo, la vergogna arriva forte e chiara; Standardi ha un ruolo piccolo ma importante: in lui si esprime la rabbia e il malessere che il resto della famiglia attribuisce all’esterno (il topo nel cortile), comunicandoli con il corpo, le parole e le uscita di scena. Commedia umana tradizionale e contemporanea. [deborah ferrucci]

Interpreti
Elena Russo, Emanuele Salce, Laura Adriani e Andrea Standardi
Produzione
LDM Comunica
In scena
fino al 30 marzo 2014 al Teatro Belli | Roma
Anno
2014
Genere
commedia


Recensione spettacolo ottobre 2012 al Teatro Cometa Off di Roma con Elena Russo, Emanuele Salce, Laura Glavan, Andrea Standardi

La famiglia di Gianna potrebbe essere la famiglia di chiunque. È l’ora di cena, un padre e una madre discutono. La figlia è seduta al tavolo, testa china. Nella famiglia di Gianna è successo qualcosa. Parte da qui “Il topo nel cortile” la storia scritta e diretta da Daniele Falleri in scena al Teatro Cometa Off di Roma fino al 14 ottobre.

Parte da “un problema da risolvere”, da una soluzione da trovare. Gianna è una mamma determinata, risoluta, una che guarda in faccia le cose. La interpreta una decisa Elena Russo che si muove a suo agio in questo ruolo. Suo marito è Emanuele Salce, meno convincente, quasi staccato dal contesto: un po’ in secondo piano, forse, proprio come il suo personaggio. Solo che il padre di famiglia rivelerà gradualmente un animo sempre meno trasparente e buono. La questione da affrontare è Samantha: la secondogenita, di soli sedici anni, incinta. La ragazza, interpretata dalla brava Laura Glavan, muta in seguito a un incidente in tenera età, ha tenuto nascosto il suo segreto per cinque mesi. Ora è tardi per porre rimedio.

Lo spettacolo va avanti con un buon ritmo. Gradualmente i tasselli del puzzle trovano il loro posto, fino alla tragica scoperta finale sull’identità del padre del bambino.
È una storia raccontata con la giusta dose di leggerezza e drammaticità. Il cast è affiatato e la regia è funzionale e pulita. Una vicenda che non lascia indifferenti: racconta, in modo a volte giustamente surreale, una tragedia troppo spesso avvolta nel silenzio delle pareti domestiche.
Messo in scena per la prima volta al Teatro Cometa Off di Roma, “Il topo nel cortile” ha ricevuto vari riconoscimenti in diversi Festival di Drammaturgia Contemporanea. [patrizia vitrugno]