Le relazioni pericolose
Autore: Choderlos de Laclos Adattamento: Christopher Hampton
Regia: Rinaldo Felli
Scene: Alberto Panciocco Costumi: Bettina Bimbi, Rita Carta e Maria Spigarelli
Luci: Piero Pignotta
Musica: PierLuigi Pietroniro
Produzione: --------------------------------
Interpreti: Francesco Mastrorilli, Cristina Nicolini, Sabrina Paravicini, Gisele Martino, Eric Gimelli, Stefania Pascucci, Dedè Furitano, Alessandra Evangelisti, Rocco Maria Franco, Antonio Gallo, Marta Lapiana, Maria Pia Iannotta
Anno di produzione: 2009 Genere: dramma

In scena: fino al 15 Novembre 2009 al Teatro Sala Uno| P.zza di Porta S. Giovanni, 10 Roma
Info: 06 64821130 www.salauno.it

È singolare sapere che un testo così apprezzato, tanto da meritare l'Oscar nel 1989 come migliore sceneggiatura, mancasse dalle scene italiane da vent'anni; Le relazioni pericolose, nell'adattamento di Richard Hampton, ritorna al teatro Sala Uno dal 1989 quando Mario Monicelli ne firmava la regia nella versione orginale.
La piéce diretta da Rinaldo Felli, espone con lucidità disarmante l'alta società corrotta di fine settecento dipinta da Laclos: una nobiltà inutile e ripiegata su stessa, imbevuta di concetti illuministi svuotati di senso che altro non sono se non la motivazione filosofica – e non morale – per giustificare una condotta malvagia e distruttiva. È un complicato gioco di seduzione fatto di intrighi e vendette fini a se stesse intessute dai nobili M.me Merteuil (Cristina Nicolini) e lo spregiudicato Valmont (Francesco Mastrorilli), ai danni della pia sposa M.me De Trouvel (Sabrina Paravicini).
Un gioco malefico per aggirare la noia di un'esistenza consumata tra salotti e passeggiate campestri che sfugge di mano e si ritorce fatalmente su tutti i protagonisti. In un'epoca in cui la ragione sembra finalmente aver preso il sopravvento sull'istintualità, i precetti illuministi vengono ritorti ed applicati erroneamente, per dare vita ad una rappresentazione delle più bieche bassezze umane: vendetta, crudeltà – la parola prediletta della cattiva M.me Merteuil – voluttà, tradimento e doppiezza si avvicendano con sorprendente leggerezza. M.me Merteuil appare, così, come l'incarnazione del male, la lucida burattinaia che muove le fila di un'umanità manovrata ed inconsapevole; lei, che nella sua esperienza ha saputo allontare ogni sorta di sentimento sottoponendosi a spietati esercizi di dissimulazione, si adopera senza sosta per corrompere le sue giovani prede. Con la complicità di Valmont intesse una labirintica trama di relazioni atte a distruggere quella poca onestà superstite.
Lo spettacolo è essenzialmente giocato sulla contrapposizione tra il bene ed il male, i giusti e i malvagi e ciò è ben manifestato anche dai preziosi costumi di Bettina Bimbi, Rita Carta e Maria Spigarelli: colori freddi e metallici per i due burattinai e sfumature di intensità crescente per la povera M.me De Trovuel che cede, sconfitta, alla passione. Le musiche originali, composte per l'occasione da Pierluigi Petroniro, seguono questo doppio filone dedicando tonalità basse a M.me Merteuil, un pianoforte sospeso per la solitudine di M.me De Trouvel, ed infine l'urlo disperato del morente Valmont. È un quadro tardobarocco decadente fatto di tinte contrapposte nobilitate dalla cura straordinaria della scenografia d'epoca e dalle rigorose ed artefatte movenze di corte. Una danza macabra che glorifica i dettami di un galateo lezioso e di un linguaggio volutamente affettato che rappresenta con crudezza il declino di quella società inutile di tardo settecento spazzata via dalla moralizzante rivoluzione francese. [paola di felice]