Omaggio ad Alda Merini: Ritratto di Signora - Il Tormento delle figure



Anno
2012

Genere
monologo

In scena
-

Autore
Alda Merini
Adattamento/Traduzione
Elisa Pavolini
Regia
Mario Schittzer
Costumi
Mariella D’Amico
Interpreti
Elisa Pavolini
Produzione
Teatro Trastevere
Compagnia
Associazione Culturale L’Ippogrifo

 

Voci ossessive che affollano la mente, una scena piena di stracci colorati come in un’opera di Pistoletto. Buio. Ecco, lei viene, la poetessa Alda Merini (Elisa Pavolini) a raccontare i suoi drammi d’amore. Felice sintesi del racconto «Il tormento delle Figure» e delle poesie de «L’Anima Innamorata», questo spettacolo racconta il tormento dell’amore, la presenza, l’assenza, la follia, l’assoluto («la mia libertà è nell’amore e nella gentilezza»).
L’adattamento dei testi meriniani è ben scritto, scivola, coerente come in un’unica storia; la regia accompagna il testo con delicatezza e precisione, senza eccessi.
La protagonista, Elisa Pavolini, interpreta il sentimento della Merini con entusiasmo e trasporto: splendida interprete di canzoni degli anni della giovinezza della poetessa, convincente soprattutto nella seconda parte dello spettacolo, in cui è una bambina piena di sogni che incontra ignara la violenza dell’amore.
Nel primo atto, invece, la bravura dell’attrice non basta a delineare le ombre dei sentimenti femminili, il personaggio è lontano dai patimenti, dalle delusioni, dal disincanto di quello che non c’è stato nell’amore; propone allora la via del sarcasmo, che allontana dall’essenza di quel dolore. La voce è più forte dei movimenti del corpo, ancora timidi seppure l’esibizione orgogliosa ci sia. Bisognerebbe scendere nel profondo dell’animo femminile, sondare il lato oscuro e dargli una forma che possa arrivare al pubblico. Manca poco, la grinta e la determinazione della protagonista sono innegabili, vanno solo forgiate dall’esperienza.
Alla fine, rifiniture a parte, non si può che cedere all’incanto poetico dell’amore meriniano.
[deborah ferrucci]