Il giuoco delle parti
Autore: Luigi Pirandello Progetto e drammaturgia: Egisto Marcucci
Regia: Elisabetta Courir
Scene: Graziano Gregori Costumi: Carla Teti
Luci: Luigi Ascione Musica: Matteo D’Amico, Guido Ruggeri
Produzione: Teatro Stabile di Calabria Compagnia: Gitiesse Artisti Riuniti
Interpreti: Geppy Gleijeses, Marianella Bargigli, Leandro Amato, Massimo Cimaglia, Antonio Ferrante, Franco Ravera, Ferruccio Ferrante, Giorgia Morese, Francesco Pupa, Francesco Sgrò
Anno di produzione: 2008 Genere: dramma

In scena: fino al 29 novembre al Teatro Quirino di Roma |

Il teatro Stabile di Calabria presenta un classico del teatro pirandelliano: Il giuoco delle parti. Lo spettacolo ha debuttato martedì 10 novembre al teatro Quirino di Roma. Testo scritto da Pirandello nel 1918 per un grande attore, Ruggero Ruggeri, è tratto da una novella (come molti lavori teatrali del maestro), intitolata “Quando si è capito il giuoco”.
La storia propone il tipico triangolo marito moglie e amante, che circa dieci anni più tardi sarà rivoluzionato con “O di uno o di nessuno”, (tratto anch’esso da una novella), dove il marito e l’amante saranno sostituiti da due amici scapoli (Tito e Carlino) e la moglie da una prostituta (Melina), che sacrificherà la vita per salvare l’amicizia dei due e il futuro del proprio figlio.
Qui siamo nel 1918 e il testo fa già scalpore: mettere in piazza le distorsioni e i vizi tipici della società alto borghese dell’epoca. Leone Gala, (il marito), ha deciso di vivere la sua vita senza lasciarsi sedurre dalle passioni, compreso l’amore per la moglie Silia, alla quale concede di avere un amante Guido Venanzi, che convive, come facesse parte della famiglia, con la coppia. L’equilibrio sembra miracolosamente stabilito, ma nulla è come appare. Leone si spinge oltre, dando consigli all’imbarazzato amante... Famoso rimane il monologo del guscio d’uovo vuoto, capolavoro dell’arte drammaturgica pirandelliana.
Le apparenze e le convenzioni sono mantenute fino all’accidente capitato a Silia che la offende nella reputazione di donna sposata, costringendo il consorte a battersi in duello. Quest’ultimo accetta ma in extremis cede il posto all’amante che lo aveva accompagnato come padrino. A questo punto i destini di marito e amante si fondono, si scambiano, e alla fine si separano. Il gioco non è più un gioco, ora si tratta della vita stessa che per l’uno continua ma per l’altro finisce: Guido morirà in duello, fuori dallo schema, dal giuoco “giuocato” fino a quel momento.
L’edizione è curata da Egisto Marcucci ed Elisabetta Courir, in modo elegante ed essenziale. Accattivanti e belle le scenografie del maestro Graziano Gregori che continua a dar prova della sua originalità e professionalità. Interessante la versione moderna ed estremamente spietata del Leone di Geppy Gleijeses più simile ad un ricercatore che sperimenta sulle sue cavie - Guido e Silia - i nuovi rimedi della scienza, che al bonario e filosofico Leone pirandelliano, affiancato da un affiatata compagnia. [annalisa picconi]