Gadda Vs Genet (Il Giovane Criminale e Altre Storie Di Galera)
Autore: Fabio Cavalli Adattamento: Fabio Cavalli
Regia: Fabio Cavalli
Scene: Federica Valente Costumi: Federica Valente
Luci: Musica: M° Franco Moretti
Produzione: Teatro Eliseo e Teatro Libero di Rebibbia
Interpreti: Uchenna Bennet Emenike, Fabione Rizzuto, Sasà Striano, Alessandro Marverti, Emanuele Simeoli
Anno di produzione: 2008 Genere:
In scena: fino al 21 dicembre 2008 al Teatro Piccolo Eliseo di Roma

Spettacolo insolito quello in scena fino 21 dicembre al Piccolo Eliseo, non solo per gli interpreti (la compagnia è formata da ex detenuti del carcere di Rebibbia), ma soprattutto per l’intenzione. Vedendo Gadda Vs Genet si ha la sensazione che il regista abbia voluto lanciare in platea una corda con un’esca in cima e poi abbia cominciato a ritirarla verso di sé, catturando così l’attenzione del pubblico.
L’avvio è incerto. Sembra uno spettacolo comico, con gli attori che ostentano disinvoltura con il pubblico, creando un continuo gioco meta-teatrale dentro e fuori il palco. Poi, lentamente, la struttura si delinea, la recitazione si raffina e diventa meno farsesca. Gli spettatori sono aiutati a comprendere il testo attraverso una serie di monologhi, che mantengono un tono a metà tra ilarità e riflessione. Il secondo atto, poi, è un pugno nello stomaco, grazie soprattutto alla scelta di un breve componimento tratto da Jean Genet.
La rappresentazione dà risalto all’interprete, all’autore e al percorso delineato dal regista durante tutto il primo atto: attirare l’attenzione usando lazzi e considerazioni, per portare l’uditorio a seguire attentamente il contraddittorio - palesato solo in un secondo tempo - fra Carlo Emilio Gadda e Jean Genet. È in questa fare che Fabio Cavalli rivela il significato semplice e crudo della pièce, anche rispetto a chi e cosa sono stati e sono realmente gli attori che il pubblico si trova davanti. Non semplicemente “ex galeotti”, ma interpreti coscienti di cosa sia un Percorso.
Uno sforzo notevole, che sfrutta al meglio le caratteristiche degli interpreti e porta il livello d’attenzione sempre più in alto, concedendo al pubblico persino il tempo di dimenticarsi della particolarità della compagnia, per concentrarsi su quale sia l’argomento in discussione nella drammaturgia presentata.

[jacopo angiolini]