Era rosso
Autore: Cinzia Villari Traduzione:
Regia: Lorenzo Profita
Scene: -------------------------------- Costumi: -----------------
Musica: Michele Villari (clarinetto)
Luci: Sandro Raffaelli
Compagnia: Vitamina T Produzione: Argot Produzioni
Interpreti: Cinzia Villari
Anno di produzione: 2009 Genere: monologo
In scena: fino al 13 Giugno 2009 al Teatro Argot | Via Natale del grande, 27 (Trastevere) | Tel. 06-5898111 | Lo spettacolo è parte della rassegna Argot-Off - Un sentiero per il futuro 18-30 giugno2009. Spettacolo ore 21,30- Domenica e festivi ore 19 (Lunedì riposo) Ingresso 8€

Con un monologo pungente, diretto e incalzante Era Rosso reinterpreta la mitologia greca in chiave contemporanea. Svela la verità sul matrimonio tra il re di tutti gli dei, Zeus ed Era, patrona del matrimonio.
È lei la protagonista e la narratrice di una storia tutt’altro che divina, quanto mai instabile e soggetta alle caducità della vita terrena. In una casa del quartiere Olimpo, Era (Cinzia Villari), abbandona i panni della dea per vestire quelli di una donna con le paure e frustrazioni derivanti dai tradimenti del marito. Giocando con le parole, accostandole per associazione mentale, logica o per assonanza, la dea racconta la bellezza e la tenerezza che ogni donna vive quando ama senza riserve colui che spera sia l’uomo della vita. Descrive anche la delusione, la solitudine che si prova nello scoprirsi invisibili, un “girasole spennacchiato” utile solo a procreare. Gli interludi musicali di Michele Villari coronano la scena: il suono emesso dal clarinetto è il completamento degli stati d’animo e accompagna la protagonista nel percorso mentale, diventando proseguimento delle parole. La semplicità della scenografia, prevalentemente bicromatica con punti azzurri e porpora, consente di focalizzare l’attenzione sulla voce, i termini, le frasi paragonabili talvolta ad uno scioglilingua sarcastico e sprezzante. La labile linea che divide la felicità dalla disperazione è brillantemente descritta servendosi della metafora del rosso del vino. La bevanda degli dei è presentata come una sfumatura, espressione dei rapporti umani, intesa come relazione priva di ogni malizia, come quella che lega Era alla sua migliore amica Io.
Al rosso si associano vocaboli che creano pensieri ironici, beffardi e contorti. Il vino, usato per brindare al matrimonio tra Era e Zeus, è inizialmente allegoria del loro amore: corposo, intenso con retrogusti fruttati e fioriti. Si trasforma però in paura, ira e infine in sangue. Era, funestata dal dubbio, dà via ad un pedinamento che la porta alla verità. In preda alla rabbia si ribella al ruolo che la vede moglie e madre e rompe l’incanto della vita di coppia, ironicamente descritta come un’associazione a delinquere piuttosto che un sentimento amoroso. In Era rosso le riflessioni sono così vicine alla realtà da consentire di immedesimarsi nella protagonista, annuendo alle sue considerazioni e permettendo da una parte all’uomo di accostarsi alla sfera femminile e dall’altra dando voce a pensieri condivisi dalla generalità delle donne. [valentina di santo]