La donnola sotto il mobile bar - Variazioni su Harold Pinter
Autore: Harold Pinter Adattamento: Marcello Cotugno
Regia: Marcello Cotugno
Scene: Aldo Terlizzi
Costumi: Aldo Terlizzi
Produzione: Link Academy
Interpreti: Alessandro Bruno, Pierfrancesco Scannavano, Veronica Baleani, Luca Di Gennaro, Giuseppe Artale, Valerio Peroni, Sara Borghi, Federica Iacono, Krzysztof Bulzachki, Jessifer Adino, Maurizio Della Michelina, Virginia Vassura, Chiara Da Ronche, Carlo Trampetti, Salvatore Cuomo, Giuseppe Artale, Vincenzo Pezzopane, Francesca Albanese
Anno di produzione: 2011 Genere: commedia
In scena: in turnè

“La donnola sotto il mobile bar” è un collage di schegge di testi pinteriani, che vanno dagli anni ’50 al 2002, periodo in cui Harold Pinter scrisse “Conferenza stampa”, ultimo dei quadri portati in scena da Marcello Cotugno con i giovani attori neo-diplomati della Link Academy. Durante le tre ore di spettacolo quattordici micro storie attraversano trasversalmente tutte le differenti e perverse sfaccettature della società dei nostri giorni.

Il sipario si apre sulle rovine di un teatro, metafora del mondo in cui viviamo. Un mondo sottosopra, realtà devastata dove si passa da una storia all’altra attraverso cambi di scena aperti, in cui i possibili “pulitori del mondo” in tuta bianca entrano composti sul palcoscenico e ricompongono con cura la scena, che prende vita con i personaggi pinteriani ben interpretati dai giovani neo-attori.

Un gioco ad incastro tra testo e improvvisazione, che spesso coinvolge direttamente il pubblico, ampliando il canonico spazio scenico e arrivando a punte di sorprendente interpretazione come in “Black and White”, “Invito al tè”, “Tess”, “Il nuovo ordine del mondo 2” e all’esilarante “Offerta Speciale”, per concludere con “Conferenza Stampa”.

Un collage ben riuscito, con momenti di tensione e violenza che nei testi di Pinter rimangono rinchiuse nelle assurde “stanze chiuse dell’oppressione”. Come lui stesso affermava: “La vita di ognuno di noi è sempre minacciata e incerta. Viviamo nella repressione e fingiamo di vivere nella libertà”. Questa incertezza, questa tensione e violenza per una vita vissuta nella completa finzione, trapassa le storie e i personaggi nati per sottrazione di un’esistenza claustrofobica che, nella messa in scena di Marcello Cotugno, coinvolgono emotivamente e in modo del tutto empatico il pubblico. [alessandra pistolese]