Die Kontrakte - EINE WIRTSCHAFTSKOMODIE


Anno
2012

Genere
commedia

In scena
Festival di Avignone

Autore
Elfriede Jelinek
Adattamento/Traduzione
Benjamin von Blomberg
Regia
Nicolas Stemann
Scene
Katrin Nottrodt
Costumi
Marysol del Castillo
Musica
Sebastian Vogel, Thomas Kürstner
Interpreti
Therese Dürrenberger, Franziska Hartmann, Ralf Harster,
Daniel Lommatzsch, Sebastian Rudolph, Maria Schrader, Patrycia Ziolkowska

 

Dopo la breve presentazione del regista Stemann, il teatro dell’assurdo dell’economia ha inizio. Sulla stessa scena si svolgono quadri differenti. Una coppia anziana che s’interroga sulla pensione che non percepirà: se la loro vita gradualmente è diventata un niente, come si può costruire qualcosa sul niente (Nichts zu nichts)? Un gruppo d’impiegati parla poi di cifre, usa slogan in lingua inglese, qualcuno ogni tanto si alza in piedi e urla a caso «15%!». Il profitto, sempre lui, il fantasma che si aggira per le opere teatrali del Festival d’Avignone, e non solo; i fogli del copione volano, mentre gli attori e i tecnici delle luci li svolgono; c’è anche un contapagine luminoso che aiuta lo spettatore a capire quanto manca alla fine ed anche una pianista. Anche qui, come per altri spettacoli presentati, le parole contano poco, sono mistificatrici. L’unico modo per rappresentare la realtà è svolgere azioni e utilizzare oggetti, altrimenti la follia della vita umana sarebbe incomprensibile, deve essere mostrata nel suo svolgersi, in contemporanea: solo così se ne comprende il significato.
Scritto dal premio Nobel Elfriede Jelinek, autrice austriaca che nel 2008, il testo prende spunto da un evento di cronaca dell’economia austriaca, prima dello scandalo Lehman&Brothers, scrive «Die Kontrakte». Opera complessa, spesso viene letta dagli attori complicandone la fruibilità al pubblico, a volte andrebbe sfoltito anche se ripetizione e lunghezza sono al servizio della sottolineatura del nonsense. Spettacolo difficile da seguire fino in fondo, macchinoso, indigesto a volte, salvato solo dall’ironia dell’assurdo e dalle riflessioni che scaturisce a mente fredda.

[deborah ferrucci]