Avenue Q
Autore: Robert Lopez, Jeff Marx, Jeff Whitty Adattamento: Stefano Genovese
Regia: Stefano Genovese
Scene: Paolo Attardo Costumi: Pamela De Santi
Musica: Robert Lopez, Jeff Marx
Pupazzi: Arturo Brachetti, Ada Borgiani
Produzione: Q Club srl
Interpreti: Gabriele Foschi, Elena Nieri, Mauro Simone, Elisa Santarossa, Maria Dolores Diaz, Salvatore Barbagallo, Laura Bagnato, Deborah Fedrigucci
Anno di produzione: 2009 Genere: musical
In scena: Roma - Teatro Olimpico, fino al 1 novembre | Milano Teatro Nuovo dal 10-11-09 al 22-11-09, Genova Politeama Genovese dal 24-11-09 al 25-11-09, Gallarate Teatro Condominio V. Gassman il 27-11-09, Torino Teatro Alfieri dal 01-12-09 al 06-12-09, Bergamo 27-02-10 e 28-02-10, Brescia Palabrescia il 03-03-10, Firenze Teatro Puccini dal 05-03-10 al 07-03-10, Trieste Teatro Politeama Rossetti dal 11-03-10 al 14-03-10, Sassuolo Teatro Carani il 19-03-10, Varese 20-03-10 e 21-03-10, Assisi Lyrick Theatre il 27-03-10 | sito dello spettacolo

Si parla di omosessualità, razzismo, pornografia, si fa sesso nudi sul palcoscenico… E’ uno spettacolo per tutti…
Impazziti? No, stiamo parlando di Avenue Q, il musical peloso, senza peli sulla lingua, presentato in anteprima italiana al Teatro Olimpico di Roma, dove rimarrà in scena fino al 1 novembre prima di una turnè che porterà lo spettacolo in giro per mezza Italia (Milano, Genova, Torino, Firenze, Trieste).
“Quando mi sono seduto in poltrona, qualche anno fa a Broadway, con il mio sorriso scettico, la mia aria rassegnata e il pensiero fisso a chissà quale ricercata e impalpabile verità mi stessi perdendo nel teatro accanto, stavo in realtà sprofondando in una poltrona da cui sarei emerso, un paio di ore dopo, più ottimista che dopo la mia seduta settimanale di analisi, più appagato che dopo la festa del ventennale del diploma con i compagni del liceo e più soddisfatto che dopo aver ottenuto il cestino per la carta nell’androne all’ultima riunione condominiale. Avevo visto Avenue Q. Mi ero visto in Avenue Q. Avevo trovato tutto il mondo a quel bizzarro indirizzo.” Così ricorda il regista Stefano Genovese lo spettacolo che ha debuttato off-Broadway nel marzo del 2003 ed a luglio dello stesso anno si è trasferito a Broadway registrando un successo incredibile, generando altre versioni a Londra e in vari paesi del mondo. Vincitore di 3 Tony Awards come miglior musical, miglior soggetto originale e migliori musiche originali, le diverse clip visibili su You Tube hanno realizzato oltre 10 milioni di visualizzazioni mettendo di diritto lo spettacolo tra i musical più interessanti e innovativi degli ultimi anni.
Avenue Q è uno spettacolo unico che ha per protagonisti dei pupazzi fatti vivere da attori che, recitando accanto a loro, ne completano le intenzioni, le espressioni e l’energia. E così all’improvviso, ci si ritrova in una dimensione dove il pupazzo e l’attore si sono fusi in un unico personaggio e non si percepisce più dove inizia uno e finisce l’altro.
Il canovaccio narrativo è uno spaccato di vita di un gruppo di amici-vicini di casa, dove le diverse storie si intrecciano, affrontando una serie di grandi temi di attualità, comuni in tutto il mondo, a volte anche scottanti, ma che trattati dai pupazzi diventano decisamente comici. Avremo così i personaggi di Princeton che non ha un’idea di cosa voglia fare nella vita e la sua laurea in Storia dei Grammofoni appena presa di certo non l’aiuta; Kate una ragazza carina, dolce, simpatica, intelligente e si chiede Perché cavolo non abbia uno straccio di fidanzato; Rod che legge biografie della Carrà, conosce tutte le canzoni di Mina, sogna continuamente il suo miglior amico mentre fa la doccia ma non è omosess… quella cosa lì, insomma… è chiaro!!!; Trekkie che non esce mai dal suo tugurio arredato con tutto quello di cui necessita: un computer, una connessione veloce e libero accesso a tutti i siti porno del mondo; Lucy una cantante di night club, appena rientrata da un tour internazionale, da Amsterdam, Bangkog, Città del Vaticano; Brian che vorrebbe sfondare come grande comico da prima serata ma nessuna delle sue battute ha mai fatto ridere nessuno; Vigilia di Natale arrivata dal Giappone in cerca di un lavoro e la prima cosa che le hanno offerto è un lavoro in un ristorante cinese; Gary era un bambino prodigio – ricordate Arnold? - straricco e strafamoso, tutti si ricordano di lui di quando era un bambino alto un metro e venti…ora fa il portinaio ed infine Nicky che non ha una casa perché vive a scrocco da Rod, non ha un lavoro perché tanto non deve pagare l’affitto, è sempre di buonumore e si gode la vita. Finchè dura.
Lo spettacolo, completamente in italiano grazie alla traduzione di Stefano Genovese, anche regista, suonato dal vivo con una band in palcoscenico come nelle migliori tradizioni di Broadway, parte benissimo, con gran ritmo, ottimamente recitato e cantato, dove la presenza contemporanea dei pupazzi e dei loro animatori crea inizialmente un felice momento di straniamento che ben presto sparisce grazie all’abilità e simpatia degli attori protagonisti. I numeri corali sono coinvolgenti, le battute pungenti e le trovate sceniche sobrie ma efficaci ai fini spettacolari. L’incanto dura fino alla fine del primo atto, dopo il quale si verifica una inversione di tendenza. La storia da politically uncorrect, inizia a volgere verso un buonismo leggero ma persistente, ai numeri corali si sostituiscono una serie di assoli che alla lunga appesantiscono un poco lo spettacolo.
Nonostante questo, siamo di fronte a un riuscito tentativo di fare uno spettacolo diverso dal solito, importando in Italia opere senza il sussidio di “grandi nomi televisivi”, puntando sul talento di giovani dal futuro roseo come Gabriele Foschi, Elena Nieri, Mauro Simone, la cui unica raccomandazione è data dal loro innegabile talento. [fabio melandri]