Antonio e Cleopatra alle corse
Autore: Roberto Cavosi Tarduzione:
Regia: Andrée Ruth Shammah
Scene: Costumi:
Luci: Musica:
Produzione: Teatro Franco Parenti
Interpreti: Annamaria Guarnieri, Luciano Virgilio
Anno di produzione: 2007 Genere: commedia
In scena: fino all'20 marzo 2011 al Teatro della Cometa di Roma

Una scena spoglia e accurata accoglie il pubblico. L'atmosfera è sospesa. Sfondo grigio, un cono di luce che filtra da una finestra, due candelieri accesi, una poltrona e un divano colorati, un cactus. La scenografia preannuncia morbidezza, ma anche bisticci, crisi, confessioni amorose sull’orlo del precipizio. L’eterna danza di amore e morte. Arriva la coppia di giocatori d’azzardo: lei e lui. La donne è in veste da camera, indossa occhiali per una cecità fisica e psicologica che esclude il mondo esterno e vive una realtà claustrofobica, che ha tuttavia un suo calore, una ragion d’essere. L'uomo è romantico, sognatore, ricorda un passato di amore con lei e che vorrebbe rivivere, per distoglierla dai tentativi di suicidio.

In mezzo a loro le scommesse sulle corse dei cavalli. Lei punta sempre sul cavallo perdente, lui intuisce il vincente, ma ha bisogno dei soldi di lei: la richiesta gli viene sempre negata. Lei preferisce donarli in beneficenza ai craniolesi, creature per cui prova empatia in virtù di feroci mal di testa di cui soffre: “Cani che le tormentano il cervello”.

Il testo è asciutto, ironico, lascia spazio ai protagonisti che vivono la vita di coppia sul palcoscenico. Annamaria Guarnieri e Luciano Virgilio non recitano, sono i loro ruoli. Lei ricorda il personaggio cinematografico interpretato da Shirley Maclaine “Irma la dolce”: un po’ svampita, eterna bambina capricciosa, che finge le crisi per attirare l’attenzione. Lui fluisce nella parte, la tiene nel recinto della vita, prendendola per i piedi, bluffando sulla luce del giorno, facendole sognare operazioni chirurgiche che le restituiranno la vita.

È il gioco che li tiene insieme, giocano per vivere, il gioco è la loro vita. Anche qui, come nel film “Another Year”, s'intravede un elogio, un’armonia di una coppia che sopravvive alle avversità e alle delusioni, all’usura del tempo e delle abitudini, che trova nel gioco la sua ragion d’essere. Nel film di Mike Leigh la coppia giocava con l’orto, qui giocano con i cavalli. Che la coppia sia tornata di moda?

Spettacolo dolce, armonioso, fluido. Non si può dire tragico, perché i dolori non arrivano mai all’estremo; non è comico, è ironico, con lo sguardo di chi ha vissuto intensamente e si gode la pacatezza della saggezza. Intenso.
[deborah ferrucci]