Angels in America
Autore: Tony Kushner
Regia: Ferdinando Bruni, Elio De Capitani
Scene: Carlo Sala Costumi: Ferdinando Bruni
Luci: Nando Frigerio Suono: Giuseppe Marzoli
Produzione: Elfo/Teatridithalia - Emilia Romagna Teatro Fondazione
Interpreti: Elio De Capitani, Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Cristian Maria Giammarini, Edoardo Ribatto, Fabrizio Matteini, Umberto Petranca, Sara Borsarelli
Anno di produzione: 2010 Genere: dramma
In scena: in turnè

Il testo teatrale "Angels in America" vincitore del premio Pulitzer, che ha trasformato nel 1991, uno sconosciuto scrittore di teatro Tony Kushner in un famoso drammaturgo e sceneggiatore (il lavoro teatrale dà vita anche ad un film nel 2003 per la regia di Robert Altman), è stato messo in scena per la prima volta da Teatridithalia nel 2007. Vincitore di diversi premi, tra cui l'Olimpici per il teatro nel 2008 come migliore regia e spettacolo di prosa.

Siamo nella prima metà degli anni Ottanta in America, con Reagan presidente. Si diffonde la notizia dell'epidemia di un morbo sconosciuto, che colpisce il sistema immunitario e in particolare chi ha rapporti sessuali promiscui. Il virus inizia a mietere vittime soprattutto nell'ambiente omosessuale: lo chiamano A.I.D.S. Non c'è cura e sono poche le possibilità di prevenzione, si scoprira' in seguito che vengono colpiti anche malati che hanno ricevuto sangue infetto tramite trasfusione, madri di famiglia da mariti infetti, tossicodipendenti. L'occhio dell'autore, (che in un'intervista ha affermato che all'inizio "Angels in America" doveva essere proprio una riflessione sulla sua identità gay), parte da una coppia omosessuale per poi spaziare e raccontare anche anche le difficoltà e i lati oscuri della coppia etero, come della società e politica che ruotano intorno a luoghi di potere durante l'era reaganiana. Tanti gli spunti di riflessione che emergono dai dialoghi logorroici tra i protagonisti; forte è la solitudine o l'ironia che sboccia all'improvviso nei momenti di maggiore drammaticità.. Un testo interessante anche se a tratti lontano e obsoleto. Alcune situazioni limite e tabù che esistevano quasi trent'anni fa, nell'America di oggi non hanno più senso. Scrivere un teatro di cronaca (intento di Kushner stesso) come avviene per l'articolo giornalistico, ha senso nell'immediato; quando ci si stacca dalla contemporaneità, si perde la necessità di ciò che si racconta. Apprezzabile comunque e universalmente riconosciuta l'operazione.

Molto interessante la regia che dà spazio agli input spesso ironico/surreali del testo. Se e' vero che gli angeli quando non sopportano più il peso e gli orrori della terra mettono le ali e volano in alto, forse questo ha ispirato molti interventi di regia che sfruttano lo spazio verticale, anche attraverso l'uso della scenografia e l'utilizzo di scale o frigoriferi sui quali salgono i personaggi nei loro momenti più intensi di delirio fluttuante. Lo spazio è brookianamente sfruttato in modo geometrico a volte il palcoscenico è diviso in tre o quattro parti che riferiscono in contemporanea storie diverse e parallele.
Bravi tutti gli interpreti capitanati, mi si conceda l'allitterazione, dall'eccellente Elio De Capitani, che nulla ha da invidiare all'Al Pacino della versione cinematografica. [annalisa picconi]