A qualcuno piace carta
Autore: Ennio Marchetto, Sosthen Hennekam
Regia: Ennio Marchetto
Scene: Costumi:
Luci: Suono:
Produzione: Terry Chegia
Interpreti: Ennio Marchetto
Anno di produzione: 2010 Genere: monologo brillante
In scena: in turnè

Il mondo musicale, in un abito di carta. Così si riassume lo spettacolo di Ennio Marchetto. Un effetto domino che produce personaggi all’infinito fino al gran finale, la libertà assoluta. Marchetto è un trasformista dalla gestualità modulata: entra ed esce con rapidità e precisione dai personaggi, prevalentemente del mondo della musica italiana e internazionale, amplificandone tic e fisicità, con effetto comico ma rispettoso.

L'artista gioca con l’ambiguità e i doppi sensi, ma ama i suoi personaggi: si diverte ad accoppiarli per contrasto, il sacro e il profano (la suora francese che canta e la sexy star australiana Kylie Minogue), il magro e il grasso (la ballerina del can can e il lottatore di sumo), il direttore d’orchestra con Rettore e il cantante del re Matto. Esilarante la parodia di Madonna che resta sempre più nuda, fino a togliersi gli occhi dalle orbite; o di Mina, che nel cantare una canzone d’amore più che pensare ad un uomo ha in mente un bel panino con il salame... Di carta. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Unico Mattatore dello spettacolo: il nostro Fregoli della carta.

La prima parte è meno scorrevole, perché l’artista si concentra su singoli personaggi ed è costretto a molte uscite di scena che tolgono tensione allo spettacolo; poi, entra come in un vortice, un personaggio tira l’altro, non lascia mai la scena e lo spettatore è lì incollato alla sedia a chiedersi che altro si inventerà dopo. Brioso e frizzante, come una coppa di champagne. [deborah ferrucci]

| edizione 2012 |