15%


Anno
2012

Genere
drammatico

In scena
Festival di Avignone

Autore
Bruno Meyssat, Pierre-Yves Boutrand
Regia
Bruno Meyssat, Pierre-Yves Boutrand
Scene
Bruno Meyssat, Pierre-Yves Boutrand
Costumi
Robin Chemin
Luci
Franck Besson son Patrick Portella, David Moccelin
Interpreti
Gaël Baron,
Charles Chemin, Elisabeth Doll,
Frédéric Leidgens, Jean-Jacques Simonian, Jean-Christophe Vermot-Gauchy

 

“15%”. Ovvero «il numero per eccellenza, percentuale minima di ritorno attesa sui fondi propri dai fondi pensione che entrano nel capitale di un’impresa». Si è parlato molto del mondo della finanza al Festival di Avignone e questo spettacolo ne è un’ipnotica rappresentazione.
In scena il bianco, il grigio, il metallo e il rumore di macchine tosaerba infastidiscono lo spettatore. Attori in doppio petto e camicia bianca, che si muovono con determinazione, accompagnati dalle parole del Governatore della Banca Centrale Americana, la Federal Reserve, che cerca di spiegare l’inspiegabile: il fallimento della banca d’affari Lehman&Brothers che nel 2008 è diventata il simbolo della speculazione, del debito che cresce a dismisura senza coperture materiali, della bolla immobiliare. In altre parole dell’implosione del sistema finanziario.
Cosa c’entra tutto questo con il teatro? La risposta è deduttiva. Attraverso la realtà simbolica di oggetti senz’anima trattati dagli attori come se fossero veri, gli autori Meyssat e Boutrand mostrano essere umani che hanno perso il senso della vita, che agiscono come dei robot guidati da un grande Fratello, il profitto o 15%. Il dio denaro, che li spinge a compiere azioni senza senso e spesso suicide, a trattare gli stessi esseri umani come oggetti, zelanti impiegati di aziende finanziarie che producono carta che poi tagliano, ingoiano, fanno sparire con l’aspirapolvere. Non è abbastanza chiaro? E’ un monito a rivedere le regole, a recuperare il buonsenso, a eliminare il fanatismo finanziario, l’unica vera ideologia rimasta ancora in vita nonostante gli insuccessi che in molti casi hanno peggiorato la qualità della vita delle persone. Insomma, l’essere umano è una risorsa, non un costo, alla faccia del 15%.
“15%” è un lavoro di gruppo, gli attori sono affiatati, tesi comme il faut, come richiesto dall’argomento trattato; è una girandola di azioni dove, sorprendentemente, a tratti riesce a farsi ascoltare la poesia, nella voce di Carmelo Bene che recita i versi della comedìa dantesca. Ma attenzione, il brano è quello dell’Inferno, del conte Ugolino, che «la bocca sollevò dal fiero pasto». Spettacolo metallico, tonico, scomodo, male necessario per provocare un’indignazione collettiva.
[deborah ferrucci]