Stella
id.
Regia
Sylvie Verheyde
Sceneggiatura
Sylvie Verheyde
Fotografia
Nicolas Gaurin
Montaggio
Christel Dewynter
Scenografia
Thomas Grezaud
Costumi
Florie Vaslin
Musica
Nousdeux the band
Interpreti
Leora Barbara, Melissa Rodriguès, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu
Produzione
Les Films Du Veyrier, Arte France Cinema WDR/ARTE, Canal +, Cinecinema
Anno
2008
Nazione
Francia
Genere
commedia
Durata
102'
Distribuzione
Sacher Distribuzione
Uscita
05-12-2008
Giudizio
Media

Un anno nella vita di Stella, undicenne selvaggia nella Parigi del 1977. La scuola. I compagni di classe. I brutti voti. Le feste di compleanno. Le prime cotte. La crisi dei genitori. Le canzoni dell’epoca. L’amica del cuore. La passione per i libri. E un tragico evento che la farà crescere bruscamente…
Dai ricordi d’infanzia dell’autrice, il delicato ritratto di una ragazzina catapultata in un mondo nuovo e sconosciuto. Rifuggendo le facili trappole del film autobiografico, Sylvie Verheyde racconta l’educazione sentimentale di una bambina cresciuta troppo in fretta, sola in mezzo agli adulti. A scuola non riesce ad ascoltare i professori. Non presta attenzione a chi le sta intorno. Vive isolata dal resto della classe. Conosce le canzoni parola per parola, sa ballare, sa giocare a carte e sa perfino come si fanno i bambini ma non è in grado di scrivere alla lavagna il participio presente del verbo significare. Non conosce la storia né la matematica né la letteratura. Solo l’amicizia con una sua coetanea, Gladys, le permette di risalire la china e integrarsi. E sarà l’interesse per la lettura a salvarla da un destino segnato.
Più che I 400 colpi, Stella ricorda da vicino L’effrontée, viaggio iniziatico di una ragazzina nel brutale mondo degli adulti. Là una canzone italiana (“Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri) faceva da colonna sonora alla crescita repentina di una bella scontrosa qui di nuovo una canzone italiana (“Ti amo” di Umberto Tozzi) cadenza i passi incerti di un’adolescente verso il mondo reale. E la brava Leora Barbara non sfigura nel confronto con un’allora acerbissima Charlotte Gainsbourg.
Presentato alla 65° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Giornate degli Autori.
[marco catola]