Shoot'em Up - Spara o muori
Shoot'em Up
Regia
Michael Davis
Sceneggiatura
Michael Davis
Fotografia
Peter Pau
Montaggio
Peter Amundson
Scenografia
Gary Frutkoff
Costumi
Denise Cronenberg
Musica
Paul Haslinger
Interpreti
Clive Owen, Paul Giamatti, Monica Bellucci, Stephen Mchattie, Greg Bryk, Daniel Pilon, Julian Richings
Produzione
Susan Montford, Don Murphy, Rick Benattar
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
90'
Distribuzione
Eagle Pictures
Uscita
11-04-2008
Giudizio
Media

Mr Smith (Clive Owen) è l’uomo più arrabbiato e cinico del mondo che si trova a dover proteggere la persona più innocente di tutte, un neonato. DQ (Monica Bellucci) è una prostituta che si prende cura del piccolo dopo aver subito in passato un aborto causato dalle percosse del suo pappone. Mr Hertz (Paul Giamatti) è il cattivo sulle tracce del neonato, amante delle grandi pistole e ossessionato dalla moglie che lo chiama continuamente anche nelle situazioni meno ortodosse. Molti, per un motivo o per l’altro vogliono il bambino morto. La questione è: perché?
La genesi di Shoot’em up si deve ad una scena del film Hardboiled di John Woo in cui un eroe interpretato da Chow Yun Fat, è in ospedale con una pistola ed un bambino. “Mettere insieme un tipo spietato con la cosa più innocente di questo mondo fornisce tensione drammatica ed una grande immagine - afferma lo scrittore/regista Michael Davis – E’ simile all’action movie di John Woo e racconta la storia dell’uomo più collerico di questo mondo, Mr. Smith, che si attacca a questo bambino e a questa situazione molto pericolosa. E’ un film che mette in risalto tutto ciò che di fantasioso ed intelligente si può fare con una pistola.”
Sorvolando su quest’ultima dichiarazione, lo stile del film è fumettistico, sboccato, spettacolare, inverosimile. Il regista è riuscito a convincere produttori e cast a partecipare alla sua realizzazione attarverso l'animazione completa del film da lui realizzata precedentemente, story-board animati visibili on line. Un film che calca la mano in maniera giocosa, sulle grandi ossessioni americane: le pistole, il seno e la violenza, esattamente in quest’ordine. Il regista aveva in mente, nel disegnare il personaggio di Smith, James Bond, o meglio il suo antitesi: “E’ stato danneggiato psicologicamente nel passato ed è un uomo senza fissa dimora che dà l’idea di un perdente tipo Rocky, che non gode di nessun altra risorsa se non di se stesso. Vive in un edificio fatiscente. Non possiede nulla. Bond invece ha tutto. L’unico talento di Mr. Smith è la sua capacità di sparare quindi mangia carote perché fanno bene alla vista. Inoltre ha un topolino che funge da apriporta, il tutto in un ambiente “low tech”. Se i riferimenti cinematografici sono scoperti, da Sergio Leone passando per Mellville per terminare ne già citato John Woo, il film nel complesso risulta stanco, prevedibile a tratti noioso. E s’ che non si sono badate a spese per la sua messa in scena: 5 galloni di sangue falso per sono 5 diversi tipi di sangue che fuoriesce dalle ferite ormai cicatrizzate, da quelle fresche, dalle arterie e sangue rappreso; oltre 250.000 colpi a salve per le riprese; 85 persone ammazzate e trucidate; 150/200 cariche pirotecniche presenti contemporaneamente per singole scene per complessive 6000 cariche esplosive.
La delusione del film, oltre ad una sceneggiatura pensata e finalizzata alla coreografia delle scene di sparatorie, è l’interpretazione dei tre protagonisti in cui Owen è la brutta copia del bel personaggio interpretato in I figli degli uomini di Alfonso Cuaron, l’inespressività della Bellocci è seconda solo alla ridicolaggine del suo accento partenopeo della traduzione italiana (vedi la clip), Paul Giamattti è un cattivo piatto e monotono, incapace di suscitare la seppur minima simpatia. Ora va bene la dimensione fumettistica del tutto, ma c’è fumetto e fumetto, e personaggi fumettisitici e personaggi fumettistici. Un nome: il Joker di Jack Nicholson nel Batman di Tim Burton. Tutto il resto è noia… [fabio melandri]