Shine a Light
Rolling Stone's Shine a Light
Regia
Martin Scorsese
Sceneggiatura
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Fotografia
Robert Richardson
Montaggio
David Tedeschi
Scenografia
Mark Fisher
Luci
Patrick Woodroffe
Musica
Rolling Stones
Interpreti
Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Ronnie Wood, Martin Scorsese
Produzione
Victoria Pearman, Michael Cohl, Zane Weiner, Steve Bing,
Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Ronnie Wood
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
documentario
Durata
122'
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
11-04-2008
Giudizio
Media

“La nostra musica nasce dal blues. Il mio modo di far musica non è cambiato da quando abbiamo iniziato. Abbiamo sempre suonato Chuck Berry e Muddy Waters. In realtà, non abbiamo mai cambiato. In fondo, si tratta di due chitarre, un basso ed una batteria: niente di straordinario! Non si può analizzare questa cosa, ma è così. Non siamo gli stessi se non siamo tutti insieme”. In questa formula così semplice espressa dal batterista Charlie Watts, risiede probabilmente il successo della band più leggendaria ancora in attività: i Rolling Stones.
“La loro musica è sempre stata fonte d’ispirazione per me. Gli Stones infondono una forza straordinaria nella loro musica e nel sound che creano, grazie al modo in cui la band è orchestrata, all’uso delle chitarre e della batteria, ed al suono della voce di Mick. Gli Stones sono stati determinanti nel creare delle immagini nella mia mente, sentimenti e impressioni che hanno trovato strada in molti dei miei film. Ho utilizzato ‘Jumpin’ Jack Flash’ in Mean Streets, ad esempio, e ne è diventato il marchio. Ho inserito la canzone ‘Gimme Shelter’, che riflette l’idea che siamo soli e che abbiamo bisogno di un rifugio che però dobbiamo trovarci da soli, in The Departed film che rappresenta una riflessione su dove ci troviamo oggi e che ritrae una “ground zero” morale – non sai ognuno di noi da che parte sta, nessuno sembra dire la verità e che cosa c’è di vero nell’inferno…” Così si esprime Martin Scorsese, regista italo-americano.
Dalla scatenata spontaneità dei Rolling Stones e dalla straordinaria metodicità di Martin Scorsese, nasce Shine a Light, un documentario-concerto girato a New York nell’arco di due serate tenute al Beacon Theatre.
“Mi piaceva il Beacon Theatre. Il palco era abbastanza stretto per filmare ma, al tempo stesso, dava abbastanza libertà di movimento, sia agli Stones che alle macchine da presa. E così la questione si è spostata su come conciliare le due cose – il film e i Rolling Stones sul palco. Volevo catturare la musica e la loro interazione sul palco, volevo che, nel film, le persone provassero la sensazione di essere sul palco con loro. Nel montarlo, era chiaro che ogni canzone aveva la sua storia da raccontare, ci sembrava come se le ascoltassimo per la prima volta. Il modo in cui interagivano fra di loro e con il pubblico – c’è qualcosa che ti trasporta fuori da te stesso. E’ affascinante vedere questa strana forza, questa esaltazione trascendentale…qualcosa di atavico, sciamanistico – gli Stones creano un incantesimo, quasi primitivo ma ben orchestrato, le loro personalità, così diverse e il modo di relazionarsi tra di loro – e trovarsi nella migliore posizione per riprendere la loro posizione e il loro modo di conquistare il pubblico.”
Diciotto camere poste su binari, dolly, gru affidate a diciotto direttori della fotografia tra cui i premi Oscar John Troll (Bravehearth), Andrew Lesnie (Il Signore degli Anelli), Robert Elswith (Il petroliere) guidati da Robert Richardson (JFK, The Aviator) per cogliere l’energia che dal palco si dipana per l’intera sala coinvolgendo ospiti d’onore come la famiglia Clinton presente per festeggiare il compleanno dell’ex Presidente Bill, mettendo in primo piano non solo Mick (Jagger, cantante e chitarra), Keith (Richards, chitarrista e voce), Brian (Jones, chitarrista), Bill (Wyman, bassista) e Charlie (Watts, batterista) ma gli stessi strumenti come riconosce Keith Richards: “Quante volte avete visto le dita andare su e giù sulle nostre chitarre? La cosa che ha fatto Marty è stata come spostare l’attenzione su un Rembrandt. Mostra la bellezza stessa delle chitarre. L’attenzione non era solo su chi le suonava. La cosa che ho trovato davvero fantastica, è stata la ripresa amorevole degli strumenti in sé.”
Shine a Light si concentra quindi sulla musica intervallata da spezzoni di cinegiornali di repertorio e filmati televisivi che fanno da commento e contrappasso alla performance della band. Gli spezzoni sono costruiti secondo alcuni temi - l’idea della longevità della band, il rapporto fra gli Stones quando sono sul palco e via discorrendo – che scivolano in una noiosa reiterazione di domande trite e ritrite fatte in tutte le lingue del mondo a cui i componenti della band rispondono con sempre maggior distacco ed ironia.
Il tutto imperniato su un montaggio emotivo più che razionale, creando una perfetta alternanza tra passato e presente. D’altronde Scorsese non è estraneo a film che ritraggono eventi musicali di grande portata, essendosi fatto le ossa nel genere lavorando al montaggio di “Woodstock”. Inoltre, come nel caso di Shine a Light, aveva realizzato L’ultimo valzer, un documentario sul gruppo canadese The Band, in un ambiente piccolo. Questo film rappresentava il tributo a un gruppo rock classico nel suo concerto di addio e le macchine da presa di Scorsese ‘danzavano’ sui dolly e sui binari mentre i musicisti si esibivano. Ma c’era anche una parte narrativa, che raccontava la storia e il background della band, intervallata spesso da interviste nel backstage con i membri del gruppo, e dai commenti dei loro ospiti, e di quei personaggi che costituivano un punto di riferimento nelle loro vite.
Una scarica di adrenalina da vivere con il fiato sospeso ed un flusso di musica immortale scolpita nell’immaginario collettivo di più di una generazione. Da vedere e rivedere.
[fabio melandri]