Lettere da Iwo Jima
Letters from Iwo Jima
Regia
Clint Eastwood
Sceneggiatura
Iris Yamashita,
Henry Bumstead
Fotografia
Tom Stern
Montaggio
Joel Cox, Gary D. Roach
Scenografia
Gary Fettis,
James J. Murakami
Costumi
Deborah Hopper
Musica
Kyle Eastwood,
Michael Stevens
Produzione
Malpaso
Interpreti
Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuyoshi Ihara,
Ryo Kase, Shidou Nakamura
Anno
2006
Genere
guerra
Nazione
USA
Durata
141'
Distribuzione
Warner Bros
Uscita
16-02-07

Sull’isola di Iwo Jima vengono ritrovate lettere scritte da un militare giapponese alla propria famiglia durante il secondo conflitto mondiale. L’autore è il Generale di corpo d’armata Tadamichi Kuribayashi (interpretato da Ken Watanabe, già visto ne L’ultimo Samurai e Memorie di una Geisha), che ha guidato le truppe giapponesi contro lo sbarco degli americani il 19 febbraio 1945. Il regista Clint Eastwood attraverso la lettura, lo studio delle missive (raccolte nel volume “Picture Lettera From Commander in Chief” di Tadamichi Kuribayashi) e analizzando l’accurata strategia bellica di Kuribayashi, ha deciso di realizzare Lettere da Iwo Jima.
Dopo Flags of Our Fathers, il regista premio Oscar per Million Dollar Baby descrive l’altro lato della medaglia, portando sul grande schermo un omaggio cinematografico a tutti i militari che persero la vita nella Seconda Guerra Mondiale. Unendo i due film, ne emerge un quadro completo di quello che accadde in quei giorni. Riguardo Lettere da Iwo Jima, lo spettatore rivive il conflitto che durò circa 40 giorni. Il Generale Kuribayashi fu in grado di resistere all’attacco americano molto più del previsto. La sua fu una strategia di difesa insolita: creò all’interno dell’isola un alveare composto di più di 18 miglia di tunnel, 5000 caverne e piccole costruzioni, in grado di mettere in collegamento tra loro tutte le strutture dalle quali le minori forze giapponesi potevano attaccare le truppe americane.
Dopo l’emozionante e coinvolgente Million Dollar Baby, completo in ogni suo aspetto, dispiace notare come questa volta non ci sia particolare partecipazione registica nella vicenda. Le riprese sono impeccabili, il color seppia della pellicola si impone per tutta la durata del film e rende la vicenda più credibile. Ciò nonostante l’identificazione con i militari nipponici risulta difficoltosa. Sono presentati singolarmente, con le debolezze e paure che appartengono a tutti i militari del mondo. Eppure, alla fine non si crea la giustificabile catarsi. Forse il Giappone è un Paese troppo lontano, anche per un cineasta sensibile come Eastwood.
La pellicola ha ricevuto quattro candidature agli Oscar 2007 per il miglior film, miglior regia, sceneggiatura originale e montaggio sonoro, aggiudicandosi la statuetta solo per questa ultima categoria. [valentina venturi]



| sito | trailer originale |