Kung fu Panda
id.
Regia
Mark Osborne, John Stevenson
Sceneggiatura
Jonathan Aibel, Glenn Berger
Fotografia
Yong Duk Jhun
Montaggio
Clare De Chenu
Scenografia
Tang Kheng Heng
Costumi
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Musica
John Powell, Hans Zimmer
Voci originali
Dustin Hoffman, Angelina Jolie, Jack Black, Lucy Liu, Jackie Chan, Michael Clarke Duncan
Produzione
DreamWorks Animation, Pacific Data Images (PDI)
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
animazione
Durata
92'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
29-08-2008
Giudizio
Media

Cosa succede quando il Panda, animale che in lingua cinese significa “orso-gatto”, prettamente erbivoro e dalla stazza imponente, incontra il Kung Fu, termine generico che esprime l’ “eccellezza del sè” e può essere applicato a qualsiasi disciplina in cui si lavora duramente per raggiungere la massima competenza e abilità, sebbene in Occidente è un concetto per lo più associato alle arti marziali?
Grasse, grosse risate… almeno nelle intenzioni degli autori del nuovo cartoon Dreamwork, Kung Fu Panda. La storia è nota: Po è un fan del kung fu e vive sognando un giorno di poter emulare i suoi eroi, i leggendari cinque cicloni: Tigre, Gru, Mantide, Vipera e Scimmia. Vivace, maldestro, gran divoratore di spaghetti nel chiosco della famiglia, Po si ritroverà nelle improbabili vesta di Prescelto, per salvare la comunità dalla feroce ira e propositi di vendetta del traditore leopardo delle nevi Tai Lung.
Il film parte in maniera strepitosa, ed i primi dieci minuti sono di pura antologia con richiami a Kurosawa, Sergio Leone e Takeshi Kitano. A seguire la pellicola si incanala nei classici canoni dei cartoon di questi ultimi anni, cercando di accontentare un pubblico il più eterogeneo possibile, attraverso spettacolose riprese e parentesi comiche, che però alla lunga risultano stanche e ripetitive.
La storia è fin troppo prevedibile, l’animazione ha oramai aggiunto una tale perfezione e duttilità che rimane difficile meravigliarsi, così che la pellicola pur non annoiando ed assicurando un certo livello di divertimento, alla lunga non appassiona e sembra sempre più costruita sui gadgets che il marketing puntualmente riverserà sul mercato autunnale, ad aprire la nuova stagione cinematografica.
Il rischio è che questi prodotti oramai tendono ad assomigliarsi tutti, così che solo la razza dell’animale protagonista diventa elemento distinguibile. Un po’ poco…
A tenere insieme il tutto, un messaggio che invece è apprezzabile, mascherato nei colori vivaci del disegno e nella psicologia elementare ma funzionale dei protagonisti. In epoca di modelli comportamentali televisivi tra attori, veline, modelle, cantanti e via discorrendo, alla fine bisogna guardarsi allo specchio e cercare di essere noi stessi i nostri eroi.
[fabio melandri]