Soffocare
Titolo originale
Choke
Autore
Chuck Palahniuk
Anno
2001
Editore
Mondadori

“Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere”. Vi sono capitati altri libri con un incipit di questo genere? Se questo è il primo, non pensate neanche lontanamente di dare retta all’autore. Nelle pagine che seguono Victor Mancini, il protagonista, ci conduce per mano attraverso il percorso che ne ha fatto quello che è oggi: un medico mancato, sesso-dipendente, il cui lavoro è fare la comparsa in costume in un finto villaggio del '700 di una disneyworld crudele, nella quale per realismo scenico si finisce anche per andare alla gogna. Alle prese con una madre attivista di ogni movimento sorto dagli anni '60 in poi, malata lungodegente, Victor escogita uno stratagemma per pagarle le cure. Scelto un nuovo ristorante ogni sera, dopo qualche minuto (e qualche portata) si auto procura un principio di soffocamento, che verrà puntualmente risolto dall’eroe di passaggio il quale, non pago di avergli salvato la vita, al racconto delle sue disavventure familiari lo riempirà di denaro perché, “soffocando, diventi una leggenda sul loro conto che queste persone alimenteranno e ripeteranno fino alla fine dei loro giorni. Crederanno di averti dato la vita. Potresti addirittura essere la buona azione di una vita, il ricordo che in punto di morte giustifica un'intera esistenza”. Nei ricordi di Victor, l’episodio fondativo della sua filosofia di vita è la visione, nell’adolescenza, di un film in cui il protagonista subisce, senza perdersi d’animo, ogni sorta di tortura: non c’è nulla, si dice, che sia veramente precluso a chi riesce a sopportare certe cose conservando sempre il sorriso sulle labbra. Se in Fight Club (opera prima di Palahniuk) le manie distruttive del protagonista erano essenzialmente rivolte verso l’esterno, e poco importa che l’esterno fosse la società nel suo complesso o un perfetto sconosciuto, in Soffocare ritroviamo ancora una volta un uomo in cerca di una strada per arrivare al proprio riscatto, ma questa passa stavolta per il sacrificio di sé. [danilo buratti]

dello stesso autore | fight club | cavie | invisible monster |


Charles Michael "Chuck" Palahniuk (21 Febbraio 1962) è uno scrittore statunitense. I genitori di Palahniuk sono di origine russa e francese. Il suo cognome deriva dai rispettivi nomi dei nonni ucraini: Paul e Nick. Chuck intraprende la scrittura all'età di 6 anni. Frequenta e abbandona la scuola di giornalismo, fa svariati lavori (camionista, meccanico). Si laurea successivamente all'università dell'Oregon. Verso i trent'anni scrive il suo primo romanzo Invisible Monsters, una storia di apparenze, di cambiamenti d'identità, nel quale l'immagine edonistica domina la realtà. Il suo stile è scientifico e crudo. Viene respinto dalle case editrici. Nel 1996, dopo diversi rifiuti, pubblica il suo secondo romanzo, Fight Club, dal quale David Fincher trae un film che lo trasforma in un autore di culto. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Soffocare, Ninna Nanna, Diary.