Che differenza c’è tra essere un benzinaio e fare il benzinaio? Lucio non si riconosce nello stereotipo del mestiere che fa, così come non si riconosce nell’omicida che ha assassinato una donna la notte scorsa. Eppure un corpo decapitato è stato ritrovato dietro la sua pompa di benzina. Lucio racconta la propria versione dei fatti all’asettica voce fuori campo che lo interroga o all’avvocato inanimato che dovrebbe prendere le sue difese. In fondo, Lucio è solo ed è a se stesso che si rivolge. Il suo è un monologo interiore, in cui i ricordi affiorano poco a poco: un racconto fatto di lacune che si riempiono e di contraddizioni vere o presunte. Lucio è un mostro sbattuto in prima pagina, la vittima di un’accusa ingiusta e sbrigativa, oppure un assassino che soffre di schizofreniche amnesie ed ha rimosso la consapevolezza di ciò che ha fatto?

Solo sul palco, Valerio Malorni si muove entro una scenografia astratta, composta di pochi elementi evocativi: il nastro giallonero che delimita la scena del crimine, il borsone che potrebbe nascondere la testa della vittima. L’interpretazione di Malorni conferisce grande autenticità al personaggio perfino esplorando registri deliranti e surreali, come nella strepitosa mutazione in uno spagnoleggiante “gatto con gli stivali”.

Il testo scritto da Simone Amendola aggiunge ad ogni atto un nuovo irregolare tassello, componendo un puzzle che non potrà mai essere completo ma soltanto suggerire una verità imperfetta. “Nessuno può tenere Baby in un angolo” è uno di quei gialli in cui non è tanto importante trovare il colpevole, ma partire da un fatto di cronaca e raccontarlo da un punto di vista peculiare: farci respirare l’odore della benzina, il sapore buio di una stazione di servizio già chiusa, la luce di un cellulare dimenticato e l’emozione semplice di poche battute scambiate con una cliente; una storia d’amore tutta in potenza, che si è spenta prima di nascere.

Nessuno può tenere Baby in un angolo è uno spettacolo valido e incisivo, sebbene lasci sul finale un sottile sentore di incompiutezza. Non perché manchi una risoluzione dell’enigma, che non è richiesta e che del resto ciascuno potrà verosimilmente intuire; piuttosto, è come se ci fosse un ultimo atto ancora da scrivere, che dia ulteriore sviluppo al protagonista e ai suoi elusivi percorsi mentali.

TitoloNessuno può tenere Baby in un angolo
AutoreSimone Amendola
RegiaSimone Amendola, Valerio Malorni
SceneFaisal Dasser, Giulia Giorgi e Fosca Giulia Tempera
InterpretiValerio Malorni
ProduzioneBLUE DESK. residenze produttive TAN Teatri Associati di Napoli / Carrozzerie Not. con il sostegno di Attraversamenti Multipli
Generemonologo
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenadal 27 al 29 aprile 2017 alle Carrozzerie Not - Via Panfilo Castaldi, 28a - Roma