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Umberto Orsini e Alvia Reale in una scena dello spettacolo.

È calato in una realtà manicomiale il Leone Gala di Umberto Orsini in quel “Giuoco delle parti” che l’ha visto in più occasioni interprete. Questa, però è la volta in cui scavalca il limite che la commedia stessa ha assegnato al personaggio: limite che ci consegna un Leone invecchiato, ossessionato dal passato, un folle rinchiuso in un manicomio, seduto sulla sedia a rotelle in preda a fantasmi e visioni.

Ma cosa sappiamo di Leone Gala? Sappiamo che si è pacificamente separato dalla moglie Silia (un’Alvia Reale appassionata ed energica). «Noi non siamo mica separati. Viviamo in perfetto accordo, divisi…» dice Leone alla moglie dalla quale ha ottenuto la promessa di poterle far visita ogni sera, per conservare di fronte all’opinione pubblica il ruolo di marito. Un accordo, però, che diventerà insopportabile per Silia la quale confiderà all’amante Guido Venanzi (interpretato da un vigoroso Totò Onnis) il desiderio di volersi sbarazzare del marito, ormai presenza assillante e ossessiva. Un pretesto inatteso – l’irrompere nella casa di lei di un gruppo di ubriachi che, scambiandola per Pepita (la prostituta d’alto bordo che riceve nell’appartamento accanto al suo) tentano di farle violenza, senza però riuscirci – le offrirà la possibilità di organizzare un piano che metta a repentaglio la vita del marito: vuole trascinare Leone in un duello che possa lavare l’offesa subita.

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Umberto Orsini in una scena dello spettacolo.

Leone, però, nella sua infinita e disarmante razionalità comprende subito le intenzioni: «Triste cosa, mio caro, quando uno ha capito il gioco» confiderà a Guido, trasformandosi di fatto da vittima in carnefice. Con una dialettica raffinata e intelligente porterà l’amante a battersi al suo posto, riempiendo quel guscio d’uovo che la moglie lo ha sempre rimproverato di essere, nel perenne aggrapparsi a quel “pernio”, con del sangue.

Umberto Orsini è emozionante nella freddezza del suo Leone. Si cuce addosso un personaggio che trascina dietro sé tutti gli altri (Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri e Alessandro Federico), confezionando uno spettacolo, adattato dal testo di Luigi Pirandello assieme al regista Roberto Valerio e allo scenografo Maurizio Balò, dal quale non si riesce a staccare occhi e mente e che, sebbene necessiti per via dei feedback attraverso i quali è costruito di una pregressa conoscenza della vicenda, coinvolge dall’inizio al drammatico urlo del finale. «Com’è difficile avere la debolezza di un uomo e la tranquillità di un dio».

TitoloIl giuoco delle parti
AutoreLuigi Pirandello
AdattamentoUmberto Orsini, Roberto Valerio, Maurizio Balò
RegiaRoberto Valerio
SceneMaurizio Balò
CostumiGianluca Sbicca
InterpretiCon Umberto Orsini e Alvia Reale, Totò Onnis e con Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri e Alessandro Federico
Durata100'
ProduzioneProduzione Compagnia Orsini
Applausi del pubblicoScroscianti
CompagniaCompagnia Orsini
In scenaAl teatro Eliseo di Roma fino al 20 ottobre