La prima volta che il musical Evita calcò il palcoscenico del Teatro Sistina fu nel lontano 1997. Il regista era lo stesso Massimo Romeo Piparo, che si era già messo in luce due anni prima con un altro musical sempre della coppia Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, Jesus Christ Superstar. Entrambi gli spettacoli erano prodotti dal Teatro della Munizione, in lingua inglese con sopratitoli in italiano ed erano, prima volta in Italia, suonati dal vivo.

evita-locA distanza di anni dall’esperienza siciliana, il regista Massimo Romeo Piparo ha ripreso questi due gioielli del musical mondiale, prima con Jesus Christ Superstar chiamando nel ruolo di Gesù quello stesso Ted Neeley protagonista dell’omonima pellicola di Milos Forman, ed oggi Evita.
Ma per riuscire ad apprezzare pienamente questa nuova edizione è necessario digerire principalmente due ostacoli: la traduzione in italiano e la presenza nel ruolo di protagonista di Malika Ayane.

Probabilmente per permettere la partecipazione di un più alto numero di spettatori, Piparo questa volta sceglie di tradurre le canzoni dell’intero musical (pare con l’approvazione di Tim Rice, co-autore dell’originale) assumendosi un altissimo rischio nei confronti dei puristi come il sottoscritto. Sopratutto sentire tradotta in italiano “Don’t Cry For Me Argentina”, una canzone icona, sembrava un azzardo pari alla mediocre versione italiana del Musical Cats realizzata qualche anno fa dalla Compagnia della Rancia. Ma se il pericolo viene elegantemente scampato per la canzone icona, sopratutto nelle fasi di raccordo la traduzione italiana costringe gli attori ad una recitazione rapida, veloce, fulminea per tenere il passo della partitura musicale del Maestro Lloyd Webber.

Malika Ayane è una cantante con un timbro vocale fortemente caratterizzante e personale, che si esalta nelle canzoni costruite sulla sua voce ma che fa fatica ad adeguarsi a partiture diverse. Un timbro vocale talmente riconoscibile nella sua unicità che spesso l’artista Ayane prevaleva sul personaggio Evita, sopratutto quando le note musicali raggiungevano tonalità assai elevate.

Malika Ayane in "Evita"

Malika Ayane in “Evita”

Nonostante tutto ciò, Evita è uno spettacolo godibile, ben realizzato nelle scene mobili di Teresa Caruso, nel coro/corpo di ballo protagonisti dei momenti più riusciti dello spettacolo (eccellenti tutti quanti nessuno escluso) e nelle voci maschili co-protagoniste. Enrico Bernardi e Tiziano Edini nei ruoli rispettivamente di Peròn e Magaldi hanno voci ben costruite e potenti che strappano applausi negli assoli loro dedicati. Ma la vera scoperta e protagonista indiscusso dello spettacolo è senza ombra di dubbio (giudizio sottolineato dall’ovazione finale del pubblico che lo accoglie sul palco al termine) Filippo Strocchi nel ruolo del Che. Polistrumentista modenese, diplomatosi con lode alla Bernstein School of Musical Theater sotto la direzione di Shawna Farrell, ha lavorato in Italia (Sweeney Todd, Flashdance, Giulietta e Romeo) ed all’estero (Wicked in Germania, Cats in Grecia ed a Londra) facendosi le ossa e dividendosi tra piccole e grandi produzioni internazionali. Eleganza, simpatia, presenza scenica, voce potente e padrona, completo nel recitato, cantato e ballato Strocchi si prende sin da subito in mano lo spettacolo e, da vero narratore diegetico muove, dirige, detta il ritmo allo show. Con lui in scena lo spettacolo mette una marcia in più e forse il teatro musicale italiano ha trovato il degno erede di Manuel Frattini.

TitoloEvita
AutoreTim Rice
RegiaMassimo Romeo Piparo
MusicheAndrew Lloyd Webber
SceneTeresa Caruso
CostumiCecilia Betona
SuonoAlfonso Barbiero
CoreografieRoberto Croce
LuciUmile Vainieri
InterpretiMalika Ayane, Filippo Strocchi, Enrico Bernardi, Tiziano Edizini, Linda Gorini
Durata120'
ProduzionePeepArrow Entertainment
Anno2016
GenereMusical
Applausi del pubblicoFragorosi
In scenafino al 15 Gennaio 2017 a Il Sistina di Roma