Autore
Marco Falaguasta
Regia
Marco Falaguasta
Scene
Francesco Scanadale
Costumi
Luci
Francesco Barbera
Coreografie
Suono
 Toni Di Tore
Tutta colpa della felicità” è una commedia scritta e diretta da Marco Falaguasta, che descrive i quarantenni della società attuale, scontenti e pentiti delle scelte fatte. La storia è quella dell’amicizia fra tre quarantenni che si ritrovano a ribaltare la loro vita. Simone (Marco Fiorini) è stato un sacerdote e da poco ha scoperto l’amore, in tutte le sue probabili declinazioni: si muove impacciato nel nuovo sentimento e implora continui consigli agli altri due. Pino (Pietro Scornavacchi) è un commercialista, separato e innamoratissimo di Priscilla (Alessandra Bellini), giovane fanciulla intraprendete; poi c’è Daniele (Marco Falaguasta) ex dentista e ex di Marzia (Francesca Nunzi), con la fissa del calcio. Le vicende si svolgono tutte nell’ambientazione casalinga, unico ambiente proposto: una finestra con vista sulla capitale, un tavolo al centro, un sofà a fiorellini e qualche quadro. Sono gli oggetti del salotto di Daniele, dove da qualche tempo vive anche Simone; da quando il “mezzo prete” ha lasciato la Chiesa per trasferirsi sul divano dell’amico, tutto ruota attorno a lui. Simone ha portato con sé le citazioni del Vangelo, il crocifisso e i santini, accuratamente incollati sulla valigia verde posta all’angolo della stanza.

Il campanello è una costante dello spettacolo, suona a più non posso e sul palco è un via vai di personaggi, disavventure, battute che si alternano, spariscono, ricompaiono con una velocità incalzante. La scena si spegne ad ogni cambio, si chiude con le armonie di De Gregori, gli attori recitano i propri ruoli in tempi brevi (forse troppo), le sequenze sono innumerevoli e la storia, anche se ingarbugliata, fluisce sempre uguale a se stessa. Qualche gag esce dal quadro statico della commedia che usa un linguaggio sporco, volgare e a volte “infelice”. Il romanesco è un tratto importante e sembra essere l’unico stratagemma per strappare la risata del pubblico, ma anche lui non è utilizzato ad arte. Il tema della felicità gira e si rigira, rimbalza da una bocca e l’altra, tra una porta che si apre e una che si chiude, senza mai venire davvero fuori.

Gli attori, la storia e il palcoscenico non esprimono ciò che l’autore voleva far arrivare alla platea. Molto dipende da un difetto di fabbrica, ovvero di sceneggiatura. La storia non è sviluppata adeguatamente e si risolve con soluzioni stereotipate. I tre personaggi principali non sono definiti in modo originale, trovano la propria strada forzatamente: chi la cambia del tutto, chi la sottomette e chi torna al passato, ma in modo già visto, preconfezionato. In “Tutta colpa della felicità” vi è poi un debole tentativo di trovare un movente, il colpo di scena. La regola classica della narrazione, in cui tutto si rompe per ricostruirsi dopo la maturazione dei personaggi, qui non esiste. E c’è da dire che il prezzo più alto lo paga la recitazione. L’insicurezza in certi interpreti è tangibile nelle parole mozzate, nei rimandi urlati, nelle battute stirate dove sovente si teme la figuraccia. Per alcuni versi si è di fronte a una recita scolastica, per altri a un cabaret alla buona. Insomma, siamo proprio sicuri che sia veramente tutta colpa della felicità? [serena giorgi]

Interpreti
Marco Falaguasta, Marco Fiorini, Pietro Scornavacchi, Francesca Nunzi, Alessandra Bellini, Noemi Giangrande
Produzione
Pro.Tea
In scena
fino al 24 novembre 2013 al Teatro Roma | Roma
Anno
2013
Genere
commedia