Non tutto è risolto


Anno
2010

Genere
commedia

In scena
fino al 5 maggio
Teatro Eliseo | Roma

Autore
Franca Valeri
Regia
Giuseppe Marini
Scene
Alessandro Chiti
Costumi
Mariano Tufano
Luci
Gigi Ascione
Musica
Marco Schiavoni
Interpreti
Franca Valeri, Licia Maglietta, Urbano Barberini, Gabriella Franchini
Produzione
Società per attori

 

«Non c’è niente di più freddo di una stufa spenta». Questa la riflessione in avvio dello spettacolo “Non tutto è risolto” scritto da Franca Valeri e diretto da Giuseppe Marini. L’ultima fatica dell’ormai nonagenaria attrice è un inno alla vita, un ripudio della monotonia che caratterizza gli ultimi anni dell'esistenza. Scherzando sulla sua figura esile e impossibilitata a camminare, l’anziana nonnina del teatro italiano si lascia trasportare dagli eventi e dai personaggi che ruotano attorno ad una vecchia e imponente stufa ormai spenta. Ci tiene a prendere da subito le distanze da ogni facile analogia: «La stufa è bella ma è spenta, io invece sono brutta ma accesa!».

A movimentarle le giornate ci pensa la fedelissima segretaria (Licia Maglietta) e un'improbabile cameriera (Gabriella Franchini), nonché un uomo distinto che millanta strette parentele (l'ormai fedelissimo Urbano Barberini). Il tutto in una casa diroccata del '600, che sembra riportare alla luce vecchi ricordi e favorire nuove convivenze. Uno spettacolo delicato, in cui le numerose imperfezioni di sceneggiatura e di recitazione si annullano nello spirito caparbio di un'artista che, sul maestoso palco dell'Eliseo, si erge a tangibile dimostrazione che non è mai troppo tardi. Se la risoluzione (coincidente con l'accensione della stufa e l'inizio della vita nella casa) sembra diventare un miraggio con il trascorrere dei minuti, la forza derivante dai numerosi anni vissuti e la voglia di reinventarsi in nuove sfide identitarie, sono messaggi più che concreti.

Sottile l'ironia verso l'aristocrazia borghese, colpevole di auto-infliggersi eterna noia. Il segreto per sfuggire a tale destino è nell'inventare contesti diversi, fingersi qualcun altro e ricostruire i rapporti basandosi sui nuovi paradigmi sociali. Un gioco perverso, l’ennesima follia di una donna che non ha altro da perdere. E così il mondo cerca di riportarla alla ragione, urlandole contro decadenti verità su come ci si dovrebbe comportare a 90 anni. E più il mondo spinge verso il reale, più l'anziana Matilde si rifugia gaudente nella sua irrealtà. Fino ai colpi di follia finali, in cui sorprendentemente si riesce a scorgere la più genuina delle verità esistenziali. [gianluigi cacciotti]