Autore
Fausto Paravidino
Regia
Fausto Paravidino
Scene
Laura Benzi
Costumi
Laura Benzi
Luci
Lorenzo Carlucci
Coreografie
Musica
 

Fresco, accattivante e al contempo stereotipato (nel senso divertito del termine). “Exit”, scritto e diretto da Fausto Paravidino, rappresenta i luoghi comuni della coppia in maniera disincantata e ironica, senza voler essere altro da quello che è, nell’alternanza sincopata tra un frizzante cinismo e la melodrammatica evidenza di situazioni sentimentali in cui tutti (volenti o nolenti) finiamo per riconoscerci. I protagonisti della pièce (Sara Bertelà e Nicola Pannelli) non hanno nome e si presentano al pubblico con un inchino, esplicita dichiarazione d’intenti che ciò che vanno ad inscenare ha il carattere di recita e loro ne sono gli strumenti.

È qui la forza della scrittura di Paravidino, che destreggiandosi in tematiche che potrebbero scadere in un “già visto” per nulla avvincente, offre invece ai suoi attori terreno fertile per cimentarsi in dialoghi brillanti e ricercati, dove nulla è lasciato al caso. Lo stesso allestimento minimale e colorato, personalizzato da insegne luminose che delimitano l’area in cui si sviluppa la vicenda tra affari interni (quelli privati dei coniugi) e affari esteri (quando a scombussolare e ravvivare la coppia subentrano altri due personaggi), contribuisce a sdrammatizzare e rendere più lieve il gioco delle parti, con l’ausilio di divertenti cambi-scena coordinati da due presenze estemporanee non coinvolte nella vicenda. Gli attori (in particolare gli uomini) sono sul palco con grande consapevolezza e in un ascolto reciproco che rende briosa l’interazione. Costumi casual ma molto affini all’indole dei personaggi, luci ben armonizzate nel ricreare l’atmosfera intima e raccolta.

Una commedia intellettuale che fa sorridire e riflettere senza essere boriosa, dove la trasposizione della realtà diviene un’occasione di auto-ironia esistenziale, che alla fine dei conti rende tutti più leggeri.
[benedetta corà]

Interpreti
Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Davide Lorino, Iris Fusetti
Produzione
Teatro Stabile di Bolzano
In scena
fino al 30 marzo 2014 al Teatro Vittoria | Roma
Anno
2013
Genere
commedia


Recensione spettacolo febbraio 2013 al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi con Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Davide Lorino, Angelica Leo

Politica, calzini, massimi sistemi, futili motivi. La relazione uomo-donna entra in crisi e assomiglia sempre più a quella tra il gatto e il topo. “Exit” parte da un interno di coppia moderna: lei (Sara Bertelà) e lui (Nicola Pannelli) cercano di capire come sono arrivati a discutere sempre, fino ad allontanarsi l’uno dall’altra. Sarà la gelosia per l’amica di lei e le interminabili telefonate inopportune? Nella pausa di riflessione che si prendono, interviene la giovane studentessa (Angelica Leo) che conosce lui ad una lezione universitaria, secondo la classica dinamica uomo maturo - ragazza giovane e libera, con annesse differenze/imbarazzi generazionali (affari esteri); lei, invece, come tutte le donne si guarda dentro, si compra il manuale americano che in dieci mosse l’aiuta ad uscire dallo stallo e cerca l’amicizia di un brav’uomo (Davide Lorino) con gusti affini (il gelato su tutti). Ma non le basta essere considerata solo un’amica, vuole essere desiderata. E l’amore sarebbe una cosa semplice, per dirla alla Tiziano Ferro? Atteggiamento contrito, figli sì figli no, «odio per il ricordo delle cose brutte che ci sono state» in una relazione, «strazio per il ricordo delle cose belle», uomini basiti incalzati da donne intraprendenti.

Fausto Paravidino è un attento osservatore dei comportamenti umani, autore del qui ed ora, conoscitore di tempi e spazio teatrale europeo, ha il dono della sintesi, sembra conoscere molto bene la teoria dei giochi, ma non affonda. Il pubblico vive molto durante la commedia, ma si porta dietro qualcosa? E’ una fotografia, non un film. Non dà spunti di riflessione. Il drammaturgo è un giocatore di squadra, cura i dettagli e le collaborazioni sono armoniche: le scene di Laura Benzi sono semplici ma studiate, nei colori (il rosa e il verde come colori del cuore), nelle insegne luminose che rimandano agli allestimenti teatrali del Nord Europa; i costumi di Sandra Cardini sono adattati al temperamento dei personaggi (marrone intellettuale per il docente ex sessantottino; rosa anni Cinquanta per la compagna romantica; kefiac, polacchine e minigonna per la studentessa; abito con cravatta colore anni Cinquanta per il brav’uomo). Il cast è perfetto dentro e fuori: il loro aspetto, i loro movimenti, la loro età sono assolutamente coerenti con i personaggi che interpretano; non c’è finzione o aggiustamento posticcio, anche grazie a dialoghi precisi e taglienti. C’è attenzione al dettaglio, alla direzione dei dialoghi, all’accordo dei registri, tensione, ritmo… Tutti gli ingredienti per un professionista del palcoscenico. La commedia poi viaggia sul crinale dell’autoironia senza essere banale, o scadere nell’autocompiacimento sofferente.

C’è talento accompagnato da impegno e professionalità. Manca tuttavia qualcosa che vada oltre il qui ed ora dello spettacolo, ma arriverà… La stoffa c’è ed è di buona qualità. Paravidino conferma la celebrità che si è conquistato. [deborah ferrucci]