Autore
Luigi Pirandello
Regia
Francesco Bellomo
Scene
Carmelo Giammelo
Costumi
Sabrina Chiocchio
Luci
Stefano Pirandello
Coreografie
Musica
 Mario D’Alessandro

Una stanza buia; due amanti, abbracciati, in arresto. Il metodo del flashforward è la trovata che utilizza, con questo quadro, Francesco Bellomo nel riadattamento de “Il Berretto a Sonagli” in scena fino al 20 ottobre al Piccolo Eliseo. La maschera che indossiamo per noi stessi, o per gli altri, è il tema su cui ruota la commedia scritta da Luigi Pirandello quasi cento anni fa.

Nella versione di Bellomo non c’è solo un lavoro attento degli autori o il talento di chi lo interpreta, c’è di più. L’opera di Pirandello, che prende spunto dalle novelle “Certi obblighi” e “La verità”, è stata recuperata dal regista in alcune parti tagliate dal copione originale, assemblata in un testo perfetto. Bellomo, scegliendo il drammaturgo siciliano, fa una scelta di tempo, oltre che di pensiero. Un tempo “pirandelliano” appunto, in cui i personaggi-persone hanno due ore per abitare i loro paradossi, le loro contraddizioni fra l’essere e il voler essere, per poi vestirsi di coerenza. E non è cosa da poco. Non è sempre facile assegnare le parti, capire i meccanismi della scena e delle battute, soprattutto se si tratta di Pirandello. Spesso qualcosa può stonare. Non è questo il caso: qui gli attori funzionano, hanno capito i personaggi, l’andamento del tempo, i cambi di teatro.

Pino Caruso è a dir poco magnifico nel suo Ciampa, un ragioniere incaricato di proclamare le finzioni sociali della Sicilia del dopoguerra, attraverso la concezione morale delle tre corde: la seria, la civile e la pazza. Vecchio, brutto, innamorato di una moglie che lo ha tradito, è consapevole e se vogliamo complice, del tradimento. Un compromesso tra amore e onore, sufficiente per sopravvivere. Ma non per Beatrice Fiorica (Emanuela Muni), lei che rappresenta la verità, che non tace ma urla il suo disprezzo ribellandosi all’adulterio del marito. Lei che fa scoppiare lo scandalo in paese. La Saracena (Carmen Di Marzo), personaggio marginale ma necessario , in questa versione è una cartomante che convince la donna a denunciare l’accaduto, a complottare con lei, a scovarli gli adulteri «come due uccellini dentro al nido», per far cadere la maschera e indossare il “berretto a sonagli” della beffa a chi se lo merita. Ma solo per un attimo, giusto il tempo di ritornare in sé, di far ricomparire ad uno ad uno i personaggi. E qui il colpo di scena per ristabilire l’equilibrio, riproporre la decenza, rimettere la maschera. La corda pazza è l’unica soluzione, fingersi folli è l’unico modo per salvare la faccia. E il personaggio di Ciampa, fluido nel dialogo quasi come in un monologo filosofico, col suo modo pacato e sommesso, viene fuori in tutta la sua meschina incarnazione borghese.

Caruso è il Ciampa che Pirandello ha pensato. Vittima e carnefice, falso e perbenista; sa assumere sul palco le sembianze di un uomo dall’aria rassegnata, del servo obbediente, il suo tono ovattato nasconde la doppiezza del ragioniere umile e accademico insieme. È diverso dagli altri. Da Fifì (Alessio di Clemente) fratello di Beatrice, belloccio attento allo sguardo inopportuno della gente e da Fana (Matilde Piana), serva classica di casa Fiorica, serva in ogni abitudine, personaggio ausiliario utilissimo. Diverso anche dallo straordinario commissario Spanò (Franco Mirabella) ansioso e titubante che sembra esser stato disegnato apposta per tradurre la miopia della società. Differente soprattutto dalla Muni imperiosa prima, quando fa la padrona, aggressiva dopo quando è costretta alla simulazione della pazzia. Uno scambio di ruoli, un conflitto di toni, un rovescio brusco e clamoroso della realtà che si rivela e si cela tra le ombre e il chiarore della scenografia, in quei personaggi realizzati, compiuti, frutto di un pensiero antico e attualissimo. [serena giorgi]

Interpreti
Pino Caruso, Emanuela Muni, Alessio di Clemente, Franco Mirabella, Matilde Piana, Carmen Di Marzo, Anna Rita Granatiero, e con la partecipazione di Anna Malvica
Produzione
Isola Trovata – Francesco Bellomo
In scena
fino al 20 ottobre 2013 al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi | Roma
Anno
2013
Genere
commedia