Vicky Cristina Barcellona
id.
Regia
Woody Allen
Sceneggiatura
Woody Allen
Fotografia
Javier Aguirresarobe
Montaggio
Alisa Lepselter
Scenografia
Alain Bainée
Costumi
Sonia Grande
Musica
----------------
Interpreti
Javier Bardem, Scarlett Johansson, Penélope Cruz, Rebecca Hall, Patricia Clarkson,
Chris Messina, Julio Perillàn, Juan Quesada, Kevin Dunn
Produzione
Mediapro & Gravier, Antena 3 Films & Antena 3 Tv, Dumaine
Anno
2008
Nazione
USA, Spagna
Genere
commedia
Durata
97'
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
17-10-2008
Giudizio
Media

Dopo New York, ma meglio sarebbe dire Manhattan, Venezia, Parigi e Londra, continua il personalissimo Grand Tour di Woody Allen nelle città del suo cuore. Siamo a Barcellona, capitale della Catalogna, in cui è ambientata la nuova “commedia”, in cui si ride poco e di cui facciamo fatica a ricordare almeno una battuta fulminante; in passato non ci sarebbe bastato un block notes intero. Forse realizzare un film all’anno non è più sostenibile per il regista newyorkese, o forse fuori dalle sue locations e da ambienti che conosce alla perfezione, Allen dà la sensazione di essere un pesce fuori l’acqua, boccheggiante in cerca di ossigeno che equivale al suo graffiante umorismo, alla lucida descrizione e rappresentazione di psicologie e rapporti interpersonali.
Siamo a Barcellona, capitale della Catalogna, al seguito di Vicky e Cristina, due belle ragazze americane, amiche dal college ma assai diverse per approccio alla vita.
Vicky, ragazza posata, è fidanzata con un ragazzo molto rispettabile. “Una persona più tradizionalmente borghese che sembra avere una vita decisamente più felice - osserva Allen -. Una vita più organizzata, più stabile e che funziona meglio. Forse non riuscirà a fare niente che vada al di là degli obiettivi che si è prefissata, ma sicuramente vivrà una vita felice con il marito, che è un bravo ragazzo”. Cristina invece è sessualmente ed emotivamente disinibita ed è alla continua ricerca della passione travolgente che la faccia camminare a due metri da terra. “Il personaggio di Cristina – continua il regista - invece ha meno probabilità di trovare qualcosa di soddisfacente perché è sempre alla ricerca di novità, e sa solo cosa non vuole. Al contempo però avrà sicuramente una vita più varia e forse un giorno, se avrà fortuna, qualcosa cadrà dal cielo e la farà felice”.
Tra le amiche si frappongono due focosi ed appassionati spagnoli, il pittore Juan Antonio (Javier Bardem) e la sua vulcanica ex moglie Maria Elena (Penélope Cruz). Nonostante siano innamorati pazzi, i due spagnoli sono in perenne conflitto per motivi che nessuno dei due riesce a comprendere fino in fondo. La tensione dà origine ad un girotondo forsennato di innamoramenti, litigate feroci, colpi di pistola e baci saffici che si susseguono con estrema leggerezza e velocità, senza soluzione di continuità.
La debolezza del film non risiede nelle prove attoriali di un cast eterogeneo ma molto ben amalgamato in pieno clima “spanglish” con Javier Bardem, Penélope Cruiz, Scarlett Johansson (qui al suo terzo film consecutivo con Allen, Diane Keaton inizia a tremare) e Rebecca Hall, ma nella scrittura stessa del film priva di mordente, inventiva, genialità. La voce off del narratore onnisciente è pretestuosa allo sviluppo del racconto e alla lunga infastidisce e carica di troppe parole la traccia sonora del film. Gli eventi si susseguono e si ribaltano con una velocità irreale, i personaggi entrano ed escono dall’area di interesse del regista con troppa disinvoltura e volubilità.
Chi conosce il cinema di Allen sa quanto lo scenario, gli ambienti, le città in cui rappresenta i suoi conflitti siano funzionali alla narrazione, quanto assumano la dimensione di personaggio. Qui invece, nonostante le dichiarazioni del regista “Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, pensavo solo a inventare una storia che fosse ambientata a Barcellona. Desideravo rendere omaggio a Barcellona perché è una città che amo moltissimo, come del resto amo tutta la Spagna. E’ una città bellissima dal punto di vista visivo ed è dotata di una sensibilità romantica. Una storia come quella raccontata nel mio film poteva succedere solo a Parigi o a Barcellona”, la città è puro ed asettico scenario, quinta immobile e decorativa incapace di trasmettere l’anima e la passionalità che erano nelle sue intenzioni.
Difficile ritrovare il grande Woody Allen all’interno di questo pasticciaccio brutto in salsa catalana. [fabio melandri]