United 93
id.
Regia
Paul Greengrass
Sceneggiatura
Paul Greengrass
Fotografia
Barry Akroyd
Montaggio
Christopher Rouse, Clare Douglas, Richard Pearson
Musica
John Powell
Interpreti
Lewis Alsamari, Trish Gates, Cheyenne Jackson,
David Alan Basche, Denny Dillon, Peter Hermann
Anno
2006
Durata
90'
Nazione
UK / USA
Genere
drammatico
Distribuzione
UIP

United 93, ossia il volo 93 della United Airlines, è l’aereo dimenticato dell’11 settembre 2001, quello che non fece notizia, che non rimbalzò sui media, nonostante non ci fu un superstite, proprio perché non colpì il bersaglio.
Con 44 persone a bordo (37 passeggeri, fra cui i 4 terroristi, e 7 membri dell'equipaggio) è stato l’unico che non raggiunse l’obiettivo, ma che precipitò in una zona disabitata vicino a Somerset, in Pennsylvania.
Molto probabilmente lo scopo dei terroristi era raggiungere Washington D.C., per poi colpire la Casa Bianca o il Congresso.
Paul Greengrass ha voluto ricordare quel volo, la silenziosa morte di tutti i passeggeri, come tributo al coraggio delle vittime, per onore della verità storica, come simbolo della follia dei nostri tempi.
Tramite le testimonianze oculari, le registrazioni delle chiamate dei passeggeri e della scatola nera, il regista ricostruisce i fatti di come parte dell'equipaggio e dei civili presenti sull’aereo, avvertiti di quanto stava accadendo dalle telefonate dei loro parenti ed amici, abbia cercato di bloccare gli attentatori. E uniti, in una estrema prova di coraggio e sacrificio, riuscirono ad impedire che arrivassero a raggiungere l’obiettivo. Nella colluttazione con i terroristi, non fecero in tempo ad impadronirsi dei comandi e l’aereo si schiantò al suolo.
Minuto per minuto, attraverso gli occhi dei passeggeri, dell’equipaggio e dei terroristi, si dipana quella giornata, la semplice quotidianità dei gesti dei passeggeri, i rituali degli attentatori, lo sbigottimento e l’impreparazione degli addetti ai lavori ad affrontare o soltanto ad immaginare un evento simile.
Una narrazione asettica quasi impersonale… con l’elencazione cronologica dei fatti… senza interpretazioni, senza pregiudizi e senza demonizzazioni. È un film che fa male: è duro senza pietà, come lo è la realtà, come lo è la verità.
Ma proprio questa analisi così distaccata rende il tutto molto più drammatico… più assurdo... più difficile da accettare e capire.
Un film documentario, realizzato con la collaborazione di molti parenti delle vittime, che nella semplicità del racconto riesce, senza mai calcare la mano sul facile sentimentalismo, a scatenare forti emozioni e a calare lo spettatore in uno stato di coinvolgimento e di forte tensione per tutto il tempo, pur sapendo bene, purtroppo, quale sarà la fine.
Il film mette a nudo l’umanità di tutti i protagonisti, senza distinzioni tra attentatori e vittime, così che un sentimenti di comune pietà accomuna terroristi e passeggeri, quando persi e disperati, pregano ognuno il proprio Dio.
Un film difficile da guardare che però porta a riflessioni importanti puntando la macchina da presa sul giorno che ha cambiato il mondo per sempre.
Come spiega il regista “ci sono molti modi per dare un senso agli eventi dell’11 settembre… anche i cineasti hanno un ruolo, e io credo che, se si guarda in maniera chiara e con coraggio ad un singolo evento, si possa trovare nelle sue forme qualcosa che va oltre l’evento stesso, il DNA dei nostri tempi”.
[vanessa menicucci]

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