Tropa de Elite - Gli squadroni della morte
Tropa de Elite
Regia
José Padilha
Sceneggiatura
Bráulio Mantovani, José Padilha, Rodrigo Pimentel
Fotografia
Lula Carvalho
Montaggio
Daniel Rezende
Scenografia
Tulé Peake
Costumi
Cláudia Kopke
Musica
Pedro Bromfman
Interpreti
Wagner Moura, Caio Junqueira, Milhem Cortaz, Fernanda Machado, Maria Ribeiro, Fábio Lago
Fernanda de Freitas, Paulo Vilela, Marcelo Valle, Marcello Escorel, André Mauro, Paulo Hamilton
Produzione
Universal Pictures, Constantini Filmes, The Weinstein Company,
Estúdios Mega, Quanta Centro de Produção
Anno
2007
Nazione
Brasile
Genere
drammatico
Durata
115'
Distribuzione
Mikado
Uscita
06-05-2008
Giudizio
Media

Chi crede di conoscere tutte le storie che riguardano la realizzazione travagliata di TROPA DE ELITE si sbaglia. C’è molto più di quanto non sia già stato pubblicato. “Forse per l’argomento, ma sicuramente per lo sforzo della troupe, questo film è nato con una energia diversa, è stata un’esperienza unica”, afferma l’attore Caio Junqueira parlando della sua dodicesima interpretazione cinematografica. Anche l’abituale burocrazia, cui un film deve sottoporsi per ottenere i nullaosta per le riprese, è andata avanti contro ogni regola, racconta il regista José Padilha. Il produttore Marcos Prado rivela anche le conseguenze più drammatiche del furto e del sequestro di cui è stata vittima la troupe al Morro Chapéu Mangueira, Leme.

Rio De Janeiro 1997. Nella città brasiliana convivono settecento favelas, completamente gestite e controllate dai narcotrafficanti. Manca qualche mese all’arrivo in città di Papa Giovanni Paolo II. Il tempo stringe: i 100 uomini del Bope (Batalhao operaçaoes policiais espeçiais, squadra speciale nata per combattere gli spacciatori e frenare la corruzione della polizia), guidati dal capitano Nascimento (Wagner Moura), dovranno fare in modo che nulla vada storto.
Compito arduo, visto che in città esistono spacciatori muniti di qualsiasi arma disponibile, la polizia è più corrotta dei delinquenti stessi e la popolazione è allo stremo. Infine i nervi di Nascimento non sono più quelli di un tempo: è stanco di vivere sotto stress, sta per diventare padre e desidera crescere suo figlio: “dopotutto nessuno vuole morire per niente”. Prima però deve trovare un degno sostituto, che conosca la strategia del Bope: il prescelto deve essere impulsivo, spietato e insieme lucido nell’azione. In cima alla lista dei candidati ci sono le reclute Matias (André Ramiro) e Neto (Caio Junqueira), nel Bope dopo aver provato sulla propria pelle il livello di corruzione dei colleghi poliziotti. Il corso di addestramento è duro (alcune scene fanno sorridere, ricordano immagini di Full Metal Jacket diretto dal maestro Stanley Kubrick, ma anche di Ufficiale e gentiluomo di Taylor Hackford, ma basilare affinché ne escano uomini addestrati a vivere nel corpo d’Elite, in grado di reggere pressione e tensione. Ricorda l’attore Junqueira, nel cast di Central do Brasil: “Una cosa da matti. Due settimane in un casolare con sei addestratori a sparare, prendere botte e difenderci. Abbiamo camminato in mezzo al fango, abbiamo mangiato fango. Chi non ce la faceva era fuori, come nella realtà”.
Il film ruota attorno alla travagliata scelta di vita e al mondo delle favelas (visto molto da vicino), senza risparmiare un attacco al mondo delle Ong, in un modo o nell’altro conniventi dei trafficanti stessi. È una Rio De Janeiro in parte già vista in City of God di Fernando Meirelles (lo sceneggiatore è ancora Braulio Mantovani), ma più potente e spietata. La fotografia di Lula Carvalho e le riprese a spalla amplificano il senso di spaesamento e paura.
Meritato Orso d’Oro al 58esimo Festival di Berlino, per una storia tratta dall’omonimo best-seller, scritto da Rodrigo Pimentel - ex componente Bope (agenti vestiti di nero e come simbolo un teschio, due pistole e un coltello) - e dal sociologo Luiz Eduardo Soares. Pimentel ha collaborato attivamente al primo film high-budget nella storia del cinema brasiliano (una parte dei quattro milioni provengono dalla co-produzione americana dei Weinstein), ma anche il più contraffatto. Il dvd originale è stato rubato: si stima che tre milioni di persone abbiano acquistato la copia pirata del film. Varie difficoltà incontrate anche durante le riprese. “La mia troupe – ricorda José Padilha al suo esordio come regista, con origini documentaristiche – era stata portata via da banditi armati di granate e fucili AR-15. Quando hanno sequestrato il furgone con dentro alcuni membri della troupe e le armi scenografiche, nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo e siamo andati avanti così per molte ore”. L’episodio si è concluso bene, ma le riprese si sono bloccate per dieci giorni. La tensione è rimasta alta: hanno proseguito a riprendere nel Morro dos Prazeres a Santa Teresa. Cinepresa a spalla, musiche travolgenti e una realtà interessante: un film da non perdere.
[valentina venturi]