Teza
id.
Regia
Haile Gerima
Sceneggiatura
Haile Gerima
Fotografia
Mario Masini
Montaggio
Haile Gerima, Loren Hankin
Scenografia
Patrick Dechesne, Alain-Pascal Housiaux, Seyum Ayana, Tim Pannen
Costumi
Wassene Hailu-Klotz
Musica
Vijay Iyer, Jorga Mesfin
Interpreti
Aron Arefe, Abiye Tedla, Takelech Beyene
Produzione
Pandora Film Produktion, Negod-gwad Production
Anno
2008
Nazione
Etiopia, Germania, Francia
Genere
drammatico
Durata
140'
Distribuzione
Ripley's Film
Uscita
27-03-2009
Giudizio
Media

Anberber ha studiato medicina in Germania. Ha lasciato da giovane il suo Paese, l'Etiopia, deciso a tornarci solo una volta laureato con la speranza di utilizzare la sue conoscenze a favore del suo popolo. Ma l'Etiopia che ritrova non ha nulla dell'Etiopia che aveva lasciato. Il regime totalitario che vi gorverna ne ha cambiato i connotati sociali e culturali. Non c'è più la libertà di un tempo e una repressione violenta ne soffoca anche i minimi cambiamenti. Anberber si rifugia nei ricordi ma anche i fantasmi del passato sembrano non dargli tregua...
Gerima utilizza la storia di Anberber per raccontare la storia del suo paese. Attraverso la figura centrale di questo testimone (in)volontario che vorrebbe farsi portavoce di un nuovo mondo (sociale, culturale, economico) all'interno del suo vecchio mondo, delinea un affresco a tutto tondo dell'Etiopia passando in rassegna il periodo storico del regime marxista di Haile Mariam Mengistu, che ha portato alla progressiva dissoluzione dei valori di un tempo. E lo fa alternando la narrazione tra la sua permanenza in Germania e il suo ritorno in patria. I due percorsi, distinti anche da una differente dimensione fotografica (asettica nel racconto tedesco e rarefatta in quello etiope), sono accomunati dalla stessa impotenza di Anberber di fronte alla violenza e al pregiudizio.
Concatenando flashback sovrapposti Gerima ci espone un doppio ma univoco punto di vista prendendo atto della stessa, cruda miopia sociale che non prevede l'integrazione del diverso ma suggella le differenze di classe e di pelle. In Germania (l'azione si svolge prima della caduta di Berlino) essere neri significa ancora essere discriminati. In Etiopia non sottostare alle leggi marxiste significa morire. E in questo modo la storia da personale diventa universale. Dall'Etiopia di Anberber si passa alla Germania e poi si torna all'Etiopia. Che non è più quella di Anberber. E' l'Etiopia in cui Anberber non si riconosce più. Ma nella quale deciderà di rimanere per prendere il posto dell'insegnante dei ragazzi del villaggio misteriosamente scomparso.
Teza significa rugiada ed è metafora sia della scomparsa dei valori del suo popolo (la rugiada scompare al sorgere del sole) ma anche della forza indistruttibile di chi vuole cambiare (la rugiada in ogni caso torna ogni mattina).
[marco catola]