Mine vaganti
id.
Regia
Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura
Ivan Cotroneo, Ferzan Ozpetek
Fotografia
Maurizio Calvesi
Montaggio
Patrizio Marone
Scenografia
Andrea Crisanti
Costumi
Alessandro Lai
Musica
Pasquale Catalano
Interpreti
Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini,
Lunetta Savino, Ilaria Occhini, Daniele Pecci, Carolina Crescentini, Elena Sofia Ricci
Produzione
Fandango con Rai Cinema in collaborazione con Apulia Film Commission
Anno
2010
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
116'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
12-03-2010
Giudizio
Media

Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre.
È il monito che l'anziana nonna rivolge al nipote Tommaso rientrato a casa da Roma deciso ad affermare le proprie scelte personali anche a costo di scontrarsi con la famiglia.
Quella di Tommaso, il figlio minore dei Cantone proprietari di un pastificio in Puglia, è una famiglia numerosa e stravagante. In casa c'è molta attesa per il suo ritorno: la nonna ribelle e intrappolata nel ricordo di un amore impossibile, la mamma Stefania, amorosa ma soffocata dalle convenzioni borghesi, il padre Vincenzo deluso nelle aspettative sui figli, la zia Luciana a dir poco eccentrica, la sorella Elena che rifugge un destino da casalinga, il fratello Antonio da affiancare nella nuova gestione del pastificio di famiglia. Insieme a loro Alba, la cui strada incrocia professionalmente quella dei Cantone.
Non mancano però sorprendenti rivelazioni e colpi di scena. Ed anche per questo il soggiorno di Tommaso dovrà protrarsi ben più a lungo del previsto…

Intervista a Ferzan Ozpetek (a cura dell'ufficio stampa)

Queste Mine Vaganti ondeggiano dentro una grande famiglia che come in altri suoi film costituisce una comunità eccentrica, calorosa, rumorosa e a suo modo solidale. Le cosiddette “famiglie Ozpetek”, quelle conosciute e ambientate nel suo quartiere Ostiense di Roma. Qui invece ha trasferito tutto al Sud d'Italia, scegliendo Lecce, il Salento, la Puglia. Come mai questa svolta ?
Per me la famiglia è quella classica e specie in questo film ho sentito la presenza e la forza del rapporto padre, madre e figli. Ci tengo però nello stesso tempo a considerare la famiglia degli amici e degli affetti sinceri al di là dei legami di sangue.
La scelta di Lecce risale alla mia prima visita della città, otto anni fa, e ne rimasi subito affascinato. In ogni caso per questo film io volevo il Sud con le sue particolarità, la classicità e le tradizioni. E Lecce ha una splendida atmosfera, dall'estetica dell'architettura agli ambienti naturali, al cibo eccellente, tutto un insieme di cose che da tempo mi spingevano a cercare laggiù la collocazione del mio film. E il risultato è stato meraviglioso, un'accoglienza straordinaria. Devo dire che dopo l'esperienza di Lecce mi sento più forte nell'affrontare la vita, sono entrate tante persone nuove nella mia esistenza, una serie di amici salentini che spero possano rimanere a lungo nella mia vita.

Nella gran Commedia della famiglia Cantone che mette in scena, tra ipocrisie sotterfugi e rimpianti, certi tratti rimandano allo sguardo acuto e amaro di autori come Monicelli e Germi. Si tratta di omaggi consapevoli e voluti o di semplici coincidenze, involontarie?
Al termine delle primissime proiezioni che ho fatto qualcuno mi ha citato in effetti questi autori, nomi eccellenti come pure Petri. Per me naturalmente è un grande onore venire accostato a certi cineasti e in tutta sincerità la cosa mi mette un po’ a disagio, provo un certo imbarazzo. Dietro al mio lavoro ci sono sicuramente autori che mi hanno influenzato ed elementi che mi porto dentro. Del resto mi sono formato e sono cresciuto con il loro e tanto altro cinema italiano. Dunque è motivo di orgoglio avere questi accostamenti anche se sono involontari, una cosa di cui non ho coscienza al momento di girare.

Mine vaganti è una sua sceneggiatura originale firmata insieme ad Ivan Cotroneo. Da quali spunti o suggestioni siete partiti nell'elaborazione dello script e quanto è fedele il girato alla scrittura? Infatti da certi dialoghi tra gli interpreti sembra emergere una buona dose di improvvisazione creativa…
È esattamente così, è proprio vero. Sono partito da una idea che riguardava un fatto vero accaduto ad un mio amico, all'inizio c'èra una
confessione-rivelazione tra due fratelli, una cosa da cui il mio amico è uscito quasi distrutto. Poi ho steso la sceneggiatura con Ivan Cotroneo che ha continuato a frequentare il set mentre si girava, giù in Puglia, e insieme cambiavamo dialoghi e modificavamo le scene a seconda dell'atmosfera del set. Ci sono stati in effetti vari interventi e trasformazioni.

Un cast ricco ed importante che ha miscelato tra nomi già familiari al suo cinema (Grimaudo, Fantastichini, Savino) e scelte inedite (Scamarcio, Preziosi, Pecci, la Ricci, la Occhini). Quali idee ci sono dietro le scelte degli interpreti per i ruoli principali e non?
Con Scamarcio e Preziosi volevo lavorare da tempo, diciamo che li avevo nel mirino. Elena Sofia Ricci mi sembrava perfetta per il ruolo. Ho apprezzato molto Pecci che ha accettato un ruolo così particolare e insolito nella sua carriera ancora prima di leggere la sceneggiatura, come è stato del resto per tutti gli altri attori. Poi sulla sceneggiatura abbiamo fatto tutti insieme come al solito una bellissima lettura iniziale ed altre più specifiche sui singoli ruoli nelle settimane successive una volta giù nel Salento. Con Ennio e Lunetta si è rafforzata la bella collaborazione che avevamo già sperimentato e Nicole Grimaudo mi ha dato ancora una volta grandi soddisfazioni. Con il cast abbiamo stabilito un rapporto alchemico molto costruttivo, felice, positivo.

Non più di due mesi fa in una lunga intervista televisiva Madonna ha definito "Ferzan Ozpetek un regista semplicemente geniale". È un buono spunto per parlare allora della musica di questo film che specie per certe atmosfere mélo si manifesta con canzoni appassionate e divertenti motivi pop-dance oltre che con accenti ritmici del folk meridionale. Senza dimenticare il finale con l'inedita Patty Pravo. Che lavoro ha fatto con autori e compositori?
Quando mi hanno riferito di Madonna sono stato molto contento, felice ed anche orgoglioso ma ho recitato la parte con distacco, non dando a vedere la mia soddisfazione, come se la cosa non mi avesse colpito più di tanto. Con Patty Pravo è andata molto bene fin dal momento in cui mi ha inviato il suo splendido brano Sogno. Poi ho inserito nel film altre canzoni che piacciono a me e che ho amato in diversi periodi della mia vita. Infine ci sono le composizioni originali di Pasquale Catalano che io ritengo veramente un grandissimo musicista.