Manuale d'amore
id.
Regia
Giovanni Veronesi
Sceneggiatura
Ugo Chiti, Giovanni Veronesi
Fotografia
Giovanni Canevari
Montaggio
Claudio Di Mauro
Musica
Paolo Buonvino
Interpreti
Silvio Muccino, Jasmine Trinca, Margherita Buy, Sergio Rubini, Anita Caprioli, Carlo Verdone, Luciana Littizzetto, Sabrina Impacciatore,
Dino Abbrescia, Dario Bandiera
Anno
2005
Durata
90'
Nazione
Italia
Genere
commedia
Distribuzione
Filmauro

Se è vero che è difficile parlare d’amore è altrettanto vero che sono in molti ad averci provato. Poeti, romantici e sceneggiatori inclusi. L’ultimo film di Giovanni Veronesi affronta un tema poco originale ma gioca a suo favore delle carte vincenti. Come le buone commedie italiane d’una volta, Manuale d’amore si cimenta in una trama ad episodi, dove i personaggi si passano inconsapevoli un testimone incerto, protagonisti e spettatori di quell’unica tragi-commedia nella quale prima o poi inciampiamo tutti: l’amore. Dal primo colpo di fulmine al finale abbandono, passando per il dubbio ed il tradimento, il film racconta la storia di quattro coppie, ognuna alle prese con i propri problemi ed incertezze, le proprie euforie e rinunce. Quattro storie che sono in realtà parti di un’unica trama, quella che comincia e che finisce, quella che ci riprova, quella che torna indietro o che indietro non si volta più. Perché l’amore è fatto proprio di momenti e situazioni, ognuno dei quali ha un volto, una voce ed uno sguardo propri. L’innamoramento può avere le sembianze di un giovane Muccino, forte nelle sue speranze, innocente e sconosciuto proprio come l’amore inaspettato. Il dubbio è invece più maturo, affascinante e complicato come una storia ancora giovane ma non più nuova. Il tradimento è ingiusto, a volte necessario. L’abbandono è sempre senza ritorno. Le fasi dell’amore le conosciamo tutti e tutti sappiamo che non ci sono manuali né rimedi efficaci. E Veronesi sembra dirci proprio questo, a volte con ironia, a volte con tenerezza ed un pizzico di melanconia, quella di un Carlo Verdone alle prese ancora una volta, dopo il recente L’amore è eterno finché dura, con una storia che per l’appunto non è durata. E come il ragazzo che inciampa nell’amore, anche l’uomo che lo perde è comico e goffo nei suoi tentativi di recuperarlo, una comicità amara nella quale è difficile non rispecchiarsi, nella quale corriamo tutti il rischio di ritrovarci la mattina a seguire le istruzioni di una manuale d’amore acquistato in libreria. La palma d’oro va alla coppia Buy-Rubini, meno convincente invece la Littizzetto che preferiamo in un contesto meno cinematografico. Nell’insieme un film piacevole e riuscito, che forse non comunica nulla di nuovo e che non inventa nuovi linguaggi, ma che riesce molto bene a farci sentire protagonisti, complici ed imperfetti amanti. [giulia rastelli]

Quattro storie, emblematiche delle quattro diverse fasi dei rapporti di coppia (innamoramento, crisi, tradimento, abbandono), si susseguono e si intrecciano, come a illustrare un immaginario trattato scritto da un altrettanto fantomatico Prof. Friedman. Film volutamente - ipotizziamo - didascalico, che ha come pregi alcuni buoni interpreti (Verdone, Buy, Rubini), che riescono talvolta a dare brio, e una sceneggiatura che in molte occasioni strappa un sorriso. D’altra parte probabilmente Veronesi si è accorto di avere per le mani qualcosa che è poco più di una sit-com di lusso, con un contenuto che nasce e muore nel momento stesso della visione. Con questa avvertenza, è un film piacevole e divertente, dove anche i caratteristi fanno il loro dovere (il DJ di MTV fa un mini monologo esilarante!). Ma si può aspettare tranquillamente la cassetta, o la televisione.[matteo lenzi]