Fur - Ritratto immaginario di Diane Arbus
Fur: An Imaginary Portrait of Diane Arbus
Regia
Steven Shainberg
Sceneggiatura
Erin Cressida Wilson
Fotografia
Bill Pope Kohout
Montaggio
Kristina Boden Shore,
Keiko Deguchi Ayers
Scenografia
Amy Danger
Costumi
Mark Bridges
Musica
Carter Burwell
Produzione
River Road Entertainment
Interpreti
Nicole Kidman, Robert Downey Jr., Ty Burrell, Harris Yulin, Jane Alexander, Emmy Clarke, Genevieve McCarthy, Boris McGiver, Marceline Hugot
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
USA
Durata
122'
Distribuzione
Nexo
Uscita
20-10-06

Fur…pelliccia…
Il racconto della vita della grande fotografa americana Diane Arbus, l’artista visionaria più importante del XX secolo, inizia proprio con le immagini di folti e intrigati capelli castani, così abbondanti e fitti da sembrare un pelliccia, nelle cui spire la telecamera si perde.
Il titolo simboleggia e racchiude gli aspetti fondamentali della vita della Arbus che segnano il manifestarsi e lo svilupparsi del suo talento artistico: l'ambiente borghese della famiglia di origine, facoltosi pellicciai, il lavoro del marito fotografo di moda dal quale impara le basi del mestiere e infine Lionel, personaggio frutto della fantasia del regista, enigmatico e affascinante vicino di casa, il cui corpo e’ ricoperto da una sorta di manto peloso, che diventerà la chiave di volta della sua vita e della sua carriera di artista.
Il film più che una vera e propria biografia è “un ritratto immaginario”, un tributo a questa icona della fotografia moderna che ha scandalizzato la società dell’epoca, rivoluzionando la prassi allora in auge del rigore formale e della perfezione tecnica andando a "scoprire" ciò che non era mai stato fotografato e di cui aveva paura.
Nani, giganti, travestiti, homeless, malati mentali, ma anche gente comune colta in atteggiamenti incongrui. Questi i soggetti dei suoi ritratti, i temi che la renderanno celebre.
La Arbus è morbosamente affascinata da questo mondo oscuro fatto da fenomeni da baraccone, dai freaks, “gli strani”, così tanto da abbandonare la vita agiata che conduce e rompere il suo stesso matrimonio per andare in giro nei sobborghi poveri e malfamati di New York a fotografarli.
Peccato che in Fur non si veda nessuna di queste foto, perché la Fondazione che ne detiene i diritti non ha dato il permesso.
Il regista Shainberg combina realtà e fantasia ricorrendo a espliciti riferimenti ad “Alice nel paese delle meraviglie” per descrivere l’esperienza psicologica del personaggio che da casalinga e moglie modello si trasforma in artista scandalosa e maledetta, ed a “La bella e la Bestia” per raccontare la sua ricerca e il suo amore per le “bestie” che vivono intorno a noi.
Elegante e sottile l'interpretazione della Kidman che riesce a cogliere la psicologia del personaggio, rendendone tutta la complessità e l’ambiguità soltanto con uno sguardo, un gesto senza mai scadere nel volgare, senza eccessi, anche in scene improbabili come la “tosatura” di Lionel, l’eccentrico amico affetto da ipertricosi.
Il film parte bene, con una bella fotografia e una colona sonora coinvolgente, riuscendo a suscitare anche una forte dose di suspence, quasi in perfetto stile thriller. Un’opera originale, interessante soltanto però per i primi 40-50 minuti, perché si perde presto in un racconto troppo lento, lungo e allucinato, indugiando eccessivamente su immagini oniriche e “mostruose”, tanto che è difficile continuare a seguirlo senza l’inevitabile sbadiglio. [vanessa menicucci]