Funeral Party
Death at a Funeral
Regia
Frank Oz
Sceneggiatura
Dean Craig
Fotografia
Oliver Curtis
Montaggio
Beverly Mills
Scenografia
Michael Howells
Costumi
Natali Ward
Musica
Murray Gold
Interpreti
Matthew MacFadyen, Keeley Hawes, Andy Nyman, Ewen Bremmer, Daisy Donovan, Alan Tudyk, Jane Asher, Kris Marshall, Ruper Graves, Peter Vaughan, Peter Dinklage, Peter Egan, Thomas Wheatley
Produzione
Parabolic Pictures, Stable Way Entertainment, Vip Medienfonds 1+2, Traget Media
Anno
2007
Nazione
UK
Genere
commedia
Durata
90'
Distribuzione
Mikado
Uscita
21-09-2007
Giudizio
Media

“Chi è quell’uomo nudo sul tetto?” - Partecipante al funerale

Daniel (Matthew Macfadyen), figlio del defunto, vive ancora nella casa dei genitori assieme alla moglie ed è un aspirante scrittore che ha lavorato sullo stesso libro per diversi anni, soprattutto per la paura di fallire e di vivere per sempre all’ombra del fratello, apparentemente più bravo di lui. Giura che farà dei grossi cambiamenti nella sua vita… se soltanto riuscirà a superare il funerale. Robert (Rupert Graves), suo fratello, è un celebre, ma decisamente egocentrico, scrittore che “preferisce non stare vicino alle persone” e che è appena arrivato da New York, dove conduce uno stile di vita ben al di sopra delle sue possibilità. Martha (Daisy Donovan), la cugina di primo grado di Daniel e Robert, è innamorata di Simon, ma le speranze che lui riesca ad impressionare favorevolmente il padre snob si infrangono brutalmente quando questo ha una disavventura che lo trasforma in un folle nudista farneticante. Troy (Kris Marshall), fratello di Martha, è un affascinante studente di chimica, che ha un vero talento nel creare dei potenti allucinogeni, provocando l’inatteso ‘viaggio’ di Simon. Howard (Andy Nyman), amico di Daniel, è un ipocondriaco ossessionato da un’eruzione cutanea, che diagnostica come una “mutazione pigmentosa” letale. Sono questi alcuni dei personaggi che si ritrovano al funerale del capofamiglia, un uomo buono, tutto di un pezzo ma che nasconde un piccolo segreto.
Matrimoni, funerali, battesimi, cene di famiglia sono sempre stati al cinema ottime lenti di ingrandimento per rappresentazioni di conflitti familiari, sociali e psicologici tra membri della stessa famiglia o affiliati. Un campo preferenziale in cui indagare natura e psicologia umana con risultati a tratti struggenti altrimenti esilaranti.
Con Funeral Party siamo nel secondo dei campi possibili. Una commedia intelligente e ben calibrata nei suoi meccanismi comici, che getta le sue radici nella farsa ma non sbrodola mai nella macchietta, capace di trasformare i tabù in stravaganze irresistibili. I tempi comici sono calibrati dalla regia lineare ed asciutta di un professionista come Frank Oz (La piccola bottega degli orrori, Due figli di…, Tutte le manie di Bob, In & Out, La moglie perfetta) assecondato da un cast di attori che comprende i migliori caratteristi della scuola inglese, capaci di rendere verosimili anche gli avvenimenti più improbabili. La perfetta scrittura è opera di un giovane debuttante Dean Craig: “Alcuni anni fa, c’è stato il funerale di mio nonno” spiega - E’ stato un evento molto triste e complesso, in cui sono accadute delle cose poco appropriate. Era tutto talmente illogico, che mi ha fatto pensare che questa sarebbe potuta essere un’ambientazione interessante per una dark comedy. Io ho anche riflettuto su quella notevole sensazione che si avverte nei funerali, in cui tutto è incentrato sulla morte, ma c’è anche la forte impressione che la vita vada avanti. Così, ho creato dei personaggi che, anche nel corso del funerale, sono assolutamente ossessionati dal tragitto che stanno compiendo nelle loro vite personali. Ho semplicemente scritto quello che mi veniva naturale”.
Un perfetto mix di screwball e dark comedy che come tono della narrazione ed ambientazione fanno pensare a piccoli capolavori come Arsenico e vecchi merletti o La signora omicidi. Una commedia garbata, mai volgare in cui si ride di gusto. Uno di quei pochi film in cui dispiace di giungere alla fine e che si rivorrebbe rivedere ancora e ancora e ancora… Premio del pubblico al Festival di Locarno 2007. [fabio melandri]