Five Fingers - Gioco mortale
Five Fingers
Regia
Laurence Malkin
Sceneggiatura
Chad Thumann,
Laurence Malkin
Fotografia
Alexander Gruszynski
Montaggio
Herman P. Koerts,
Maureen Meulen
Scenografia
John Johnson, Eveline Puijk
Costumi
Alysia Raycraft
Musica
Vernon Reid
Produzione
Element Films, Cinema Gypsy,
Lion Gate Films
Interpreti
Laurence Fishburne, Ryan Philippe, Gina Torres,
Colm Meaney, Touriya Haoud, Saïd Taghmaoui
Anno
2006
Genere
thriller
Nazione
USA
Durata
86'
Distribuzione
DNC
Uscita
8-09-06

Quando Martijn si reca in Marocco per avviare una organizzazione umanitaria a tutela dell’infanzia malnutrita, viene rapito insieme alla sua guida da un gruppo di terroristi locali. Sotto minaccia di morte, il ragazzo si trova suo malgrado a giocare con il suo carceriere/aguzzino una partita dove le sue dita sono la posta in gioco.
Cosa nasconde Marijn e chi è in realtà il giovane attivista pacifista? Chi è realmente Ahmat, il capo dei terroristi, e quali sono le informazioni che vuole estirpare al giovane?
L’impianto narrativo di questo thriller da camera è tipicamente hitchcockiano, con un uomo invischiato in una situazione apparentemente più grande di lui; un presunto innocente immerso in un intrigo internazionale. Aggiungete le paranoie post-11 settembre di cui il regista e co-sceneggiatore Laurence Malkin (autore dell’inedito Soul Assassin) condisce il plot ed avrete un thriller psicologico, giocato sul filo del dubbio e insaporito da non-detti, allusioni, reticenze che aprono inattesi sviluppi narrativi sfocianti in un finale inatteso...
Five Fingers affronta e supera stereotipi predominanti – afferma Laurence Fishburne, protagonista e produttore della pellicola – e riesce a sconvolgere i nostri preconcetti, facendoli emergere e ribaltandoli… Sia Ahmat che Martijn non mettono in discussione la propria figura di eroe, ma cosa è lecito fare per combattere il terrorismo? Fin dove ci si può spingere, una volta accertato che si è individuato il vero nemico? La struttura del nostro film presuppone che le risposte vadano ricercate da ogni singolo personaggio e, di conseguenza, da ogni singolo spettatore.
Cosa non funziona allora in questa pellicola interpretata insieme a Fishburne (Mission: Impossibile 3, Matrix, Mystic River) dal giovane Ryan Philippe (So cosa hai fatto, Cruel Intensions, Gosford Park, Crash) ed a Gina Torres (Matrix Revolutions, Matrix Reloaded) compagna di Fishburne? E’ la regia di Malkin l’anello debole della catena, incapace di gestire al meglio i duelli psicologici e lessicali tra vittima e carnefice, concentrandosi troppo sulla ricerca di immagini eleganti con una inutile movimentazione della camera da presa che distrarre troppo l’attenzione dal fulcro della storia, ovvero i dialoghi che vanno a costruire l’ambiguità di atmosfera che da tono e colore all’intera pellicola.
[fabio melandri]