La fisica dell'acqua
id.
Regia
Felice Farina
Sceneggiatura
Eleonora Fiorini, Mauro Casiraghi, Felice Farina
Fotografia
Pietro Sciortino
Montaggio
Esmeralda Calabria
Scenografia
Paolo Innocenzi
Costumi
Grazia Colombini
Musica
Franco Piersanti
Interpreti
Claudio Amendola, Paola Cortellesi, Stefano Dionisi, Lorenzo Vavassori, Francesca Brizzolara, Ferruccio Calamari, Giorgia Cardaci, Fabio Ferrari, Camilla Frontini, Samuele Longhi, Simona Nasi
Produzione
Nina Film
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
76'
Distribuzione
Iris Film
Uscita
30-04-2010
Giudizio
Media

Alessandro (Lorenzo Vavassori) ha solo sette, ma la sua vita nasconde degli incubi psicologici che non riesce a spiegare. Il piccolo spesso e volentieri viene “avvolto” da immagini acquatiche, da vere ondate che travolgono ogni cosa. Alessandro vive con la mamma Giulia (Paola Cortellesi, affatto nella parte), vedova da qualche anno dopo che il padre di Alessandro è morto accidentalmente cadendo in acqua. All'improvviso nella loro vita appare lo zio Claudio (un Claudio Amendola senza verve. Si potrebbe dire che ormai lo stile da fiction televisiva gli appartiene al punto da non essere in grado di esprimere emozioni più vere), una personalità sfuggente e dura. L’uomo conquista il cuore di Giulia e cerca di convincerla a vendere la villetta dove Ale vive con la madre. La rabbia del bambino verso l'uomo è grande e complessa: decide di farlo morire e prima manomette i freni della moto. Non avendo raggiunto il suo scopo, lo farà anche con queli dell’auto. Sul mezzo, però, salirà anche la madre. Nella vita della famiglia si inserisce il poliziotto (Stefano Dionisi, bello ma senza anima) che cercherà di fare luce sull’incidente e di schiarire la memoria di Alessandro, la cui mente ha nascosto da tempo la verità.
Quello di Farina è un film che sta nel mezzo: mezzo thriller, mezzo dramma psicologico, mezza commedia, mezzo film paranormale. E come sempre accade, quando si sta nel mezzo e non si sceglie una via definitiva, non si ottiene un risultato completo, ma solo un ibrido. Non è un thriller, basti dare un minimo di attenzione ai dialoghi ridicoli; non è un dramma perché dopo qualche istante che si osserva il volto inespressivo di Amendola si comprende chi è il colpevole; non è una commedia, nonostante le due scene con i bambini facciano ben sperare; non è una pellicola paranormale perché ormai le tecniche sono talmente avanzate che l’onda che sommerge tutto fa pensare ad un “Blob” anni Cinquanta, il regista ha dichiarato in conferenza stampa di aver voluto indagare la mente dei più piccoli, dimostrando quanto sia complessa e articolata. Forse bastava allora un trattato di psicologia natale, più che un film.
[valentina venturi]