Fascisti su Marte
id.
Regia
Corrado Guzzanti,
Igor Skofic
Sceneggiatura
Corrado Guzzanti,
Paola Cannatello
Fotografia
Igor Skofic
Montaggio
Cristiano Travaglioli
Organizzazione
Chiara Capparella
Costumi
Isabella Melloni
Produzione
Studio Uno, Fandango, Kipli Entertainment
Interpreti
Corrado Guzzanti, Marco Marzocca, Lillo Petrolo, Andrea Blarzino, Andrea Purgatori, Irene Ferri, Caterina Guzzanti, Paola Minaccioni
Anno
2003
Genere
commedia
Nazione
Italia
Durata
100'
Distribuzione
Fandango
Uscita
27-10-06

Una serie di cinegiornali del ventennio, miracolosamente sottratti alla censura dell’imperante storiografia marxista, riportano in luce una vicenda straordinaria che rende onore e lustro all’era mussoliniana e all’Italia tutta. La conquista e la successiva colonizzazione del pianeta Marte per mano di un’indomita squadra fascista nell’anno 1939.
Nel 2002 all’interno del programma satirico “Il caso Scafroglia” Corrado Guzzanti e i suoi presentavano uno sketch comico che incontrò presto un larghissimo consenso. Il manipolo di soldati fascisti cercavano, decisamente con insuccesso, di colonizzare il pianeta inesplorato destreggiandosi tra l’ignoto paesaggio e la costante paura del nemico in agguato.
Oggi quelle gag si trasformano in un lungometraggio e approdano sul grande schermo.
Il film conserva l’impianto televisivo, mantenendo la forma narrativa del cinegiornale e il linguaggio stentoreo di regime. A differenza degli sketch, ovviamente, la storia è conclusa, lo spettatore assiste all’intera vicenda parabolica, dall’atterraggio su Marte alla conclusione dell’avventura fascista. La scenografia è scarna, quasi inesistente, nel rappresentare il pianeta rosso come una distesa desertica ricorda molto le immagini di Il viaggio nella Luna (1902) di Georges Méliès, ponendosi così a metà strada tra un film fantascientifico e un documentario storico degli anni Trenta. La storia e l’intero film sono rette soprattutto dalla magnifica mimica di Guzzanti, dalle battute esilaranti e dalla immancabile satira politica ricca di rimandi all’Italia del ventennio e a quella attuale, fino alle storture della politica guerrafondaia internazionale.
Purtroppo, come spesso succede nel cinema, ciò che nasce corto e difficile che ritrovi linfa e energia se si trasforma in lungo senza alcun aggiustamento. Gli spezzoni televisivi funzionavano proprio perché brevi, avevano la funzione di conferire un ritmo che dipendeva dalla varietà del contenuto dell’intero programma, risultavano comici anche in virtù della loro leggerezza e durata. Il film, invece, già dopo la prima mezz’ora risulta piuttosto noioso e ridondante, il lungo indugio su tema e personaggi di una satira uguale a sé stessa scema la brillantezza e l’originalità della messa in scena. La decisione di portare Fascisti su Marte sul grande schermo ha spinto verso la scelta del lungometraggio probabilmente per la difficile distribuzione che il corto ha nel nostro Paese, ma decisamente le gag di Guzzanti non si adattavano a essere accorpate in un’ora di programmazione.
[federica scarnati]