I fantastici viaggi di Gulliver
Gulliver's Travels
Regia
Rob Letterman
Sceneggiatura
Nicholas Stoller, Joe Stillman
Fotografia
David Tattersall
Montaggio
Maryann Brandon
Scenografia
Gavin Bocquet
Costumi
Sammy Sheldon
Musica
Henry Jackman
Interpreti
Jack Black, Jason Segel, Emily Blunt, Amanda Peet, Billy Connolly, Chris O’Dowd,
T.J. Miller, James Corden, Catherine Tate, Emmanuel Quatra
Produzione
20th Century-Fox Film Corporation, Electric Dynamite
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
commedia
Durata
85'
Distribuzione
20th Century Fox
Uscita
04-02-2011
Giudizio
Media

Un addome appesantito a tutto schermo contro il quale vengono scagliate delle pietre, piccoli sassolini o grandi massi si vanno a conficcare nella pelle di Gulliver, con il mare fino alle ginocchia, a pochi passi dalla spiaggia di Lilliput. Il gigante riempie i polmoni e con un contraccolpo di pancia attacca il piccolo avversario respingendo le pietre che pioveranno così contro la flotta di minuscole navi che lo stanno accerchiando nell’intento di sconfiggerlo.
Il grande ed il piccolo sono il principio costituente degli effetti speciali di questa visione fantasiosa di un’antica storia già di suo molto fantastica. Il Regista Rob Letterman abbandona il paese immaginario di Jonathan Swift del 1726, ignorando il suo script originale e dirigendosi verso un’analisi psicologica piuttosto spicciola di un ragazzo qualunque, impiegato alle Poste, in eterna attesa di una promozione e di trovare il coraggio per invitare a cena Darcy. La soluzione a questo trittico composto di Lavoro, Cuore e Autostima è forse nascosta nel segreto del Triangolo delle Bermuda, dove presto lui si dirigerà per far finta di scrivere un articolo sull’argomento, a caccia di ammirazione da parte di Darcy, fino a quando la sua imbarcazione cadrà in balia di un grande mulinello e di una tromba d’acqua messi insieme che ruberanno a Gulliver, un ragazzo grassoccio di circa un metro e 80 cm, la facoltà di scelta dei suoi prossimi minuti di vita, catapultandolo in un mondo assai più difficile delle quattro mura del suo ufficio e dove la più bella ragazza in quel posto è alta poco più di un pollice ed è promessa ad un grande condottiero impegnato nella lotta contro i nemici. Poco incoraggiante per Gulliver al quale si prospetta una vita molto più complicata della vecchia e dove la diversità reale dell’individuo ruba il posto alla più semplice, gestibilissima e mera insicurezza di carattere.
Così scarpe All-Stars che atterrano in mezzo alla città, magliette che si depositano sui tetti delle case si alternano a microscopici tavoli imbanditi di leccornie, piccoli marciatori dell’esercito come surrogato di una spazzola shiatsu e un biliardino fatto di calciatori in carne ed ossa. Dopo aver indossato (metaforicamente) gli enormi abiti del presidente di Manhattan e dopo aver inventato grandi storie come l’affondo del Titanic di James Cameron, quando ormai tutti gli abitanti venerano il protettore di Lilliput come un totem, qualcosa va storto ed ecco che torneranno Lavoro Cuore e Autostima a ricordare a Gulliver che c’è un problema personale da risolvere. Poca fantasia nel trasmigrare in uno sfigato lillipuziano la voce della coscienza. Molto divertente invece Gulliver alle prese con una bambina nella città dei giganti dove, questa volta piccolissimo, si troverà a ricoprire il ruolo di Barbie nella sua casa Mattel degli anni 80.
Dunque sono i problemi comuni dell’uomo moderno e non la satira politica a far muovere il nuovo Gulliver. Vedremo presto se lo farà come gigante nel piccolo mondo del cinema e se lo farà vagando come nanetto nel gigantesco box office degli ultimi tempi.
[silvia langiano]