Factotum
id.
Regia

Bent Hamer

Sceneggiatura
Bent Hamer, Jim Stark
Fotografia

John Christian Rosenlund

Montaggio
Pål Gengenbach
Musica
Kristin Asbjørnsen
Interpreti
Matt Dillon, Lily Taylor, Marisa Tomei, Fisher Stevens, Didier Flamand, Adrienne Shelly, Karen Young, Tom Lyons
Anno
2005
Durata
94'
Nazione
USA
Genere
drammatico
Distribuzione
Mikado

Portare Charles Bukowski al cinema… Non è mai stata impresa semplice. In passato ci hanno provato due grandi: Barbet Schroeder con Barfly, di cui lo stesso Bukowski curò la sceneggiatura, nel 1987 e Marco Ferreri con Storie di ordinaria follia con la Muti e Gazzara nel 1981. Ma senza lasciare il segno.
Oggi ci riprova il norvegese Bent Hamer, già regista del singolare Kitchen Stories, piccolo film scandinavo passato (non) troppo inosservato a Cannes 2003 nella Quinzaine des realisateurs. Stessa sorte è toccata anche a questo Factotum, tratto dall’omonimo romanzo di Charles Bukowski, presentato a Cannes 2005 proprio nella stessa sezione.
Factotum. Colui che fa tutto. Ed è proprio un factotum Henry Chinaski, alter ego di Charles Bukowski, che lavora in fabbrica, ai grandi magazzini, in un’impresa di pulizie. I suoi lavori durano sempre poco. Quello cui tiene di più è bere. E la passione per la bottiglia lo porta sempre ad abbandonare prima del tempo il posto di lavoro. A volte scommette sui cavalli, a volte rimorchia donne sbandate. Insomma alla fine nessuno di questi lavori è il suo vero mestiere. Chinaski è uno scrittore. Scrive di quello che vede, di quello che lo circonda, di quello che gli capita. E non lo fa per hobby. Ogni suo scritto giunge regolarmente sulla scrivania di qualche editore ma non riesce mai vedere la luce di una pubblicazione.
Basata sul romanzo omonimo di Charles Bukowski (ma con citazioni da brani dei suoi libri The Days Run Away Like Wild Horses over the Hills e What Matters Most Is How Well You Walk Through the Fire), Factotum è la storia di un uomo solo che vive in un equilibrio precario, sempre in bilico tra realtà e baratro. Non esiste niente al di fuori della sua poesia. Non c’è legge, non c’è regola, non c’è morale che riesca a distoglierlo dal suo mondo. E’ uno scrittore in viaggio, pronto a rischiare tutto pur di seguire la propria natura. Personaggio accattivante, decisamente fuori dagli schemi, che suscita simpatia, Binaski nel film ha le fattezze dolcemente appesantite di Matt Dillon, un attore che per stile e fisicità è davvero poco riconducibile al mondo del vero Bukowski ma che tuttavia non stona nell’insieme degradato (ma divertito) del quadretto hollywoodiano (ma con maestranze scandinave) di Hamer.
Il produttore è Jim Stark, qui anche sceneggiatore (e sceneggiatore peraltro di un piccolo film cult islandese poco noto Cold Fever di Fridrik Thor Fridriksson), cui si devono film come Stranger Than Paradise, Down By Law, Coffee And Cigarettes di Jim Jarmusch, In the Soup di Alex Rockwell e The Living End di Gregg Araki!
[marco catola]