Eragon
id.
Regia
Stefen Fangmeier
Sceneggiatura
Peter Buchman
Fotografia
Hugh Johnson
Montaggio
Roger Barton
Scenografia
Wolf Kroeger
Costumi
Kym Barrett
Musica
Patrick Doyle
Produzione
Dune Entertainment LLC,
Major Studio Partners
Interpreti
Ed Speelers, Jeremy Irons, Sienna Guillory, Robert Carlyle, John Malkovich, Garrett Hedlund, Chris Egan, Gary Lewis, Alun Armstrong, Djimon Hounsou
Anno
2006
Genere
fantasy
Nazione
USA, UK
Durata
104'
Distribuzione
20th Century Fox
Uscita
22-12-06

Il romanzo da cui è tratto è stato un fenomeno internazionale. Pubblicato in edizione economica nel 2003 a spese della stessa famiglia del suo giovanissimo autore Christopher Paolini, si è rivelato un best seller con ben 87 settimane di presenza nella classifica dei libri più venduti stilata dal New York Times e per 21 mesi consecutivi in quella dei libri per ragazzi della rivista Publisher’s Weekly. Ha venduto nei soli Stati Uniti oltre 2 milioni e mezzo di copie ed è stato pubblicato in ben 38 Paesi.
Il suo autore, oggi 22enne, appassionato da sempre di letteratura fantasy (tra gli altri Jeremy Thatcher e Dragon Hatcher di Bruce Covile, Dune di Frank Herbert, Magician di Raymond E. Feist, His Dark Materials di Philip Pullman) ha iniziato a scrivere quella che si sta rivelando come una trilogia come hobby, trasformato poi in un pozzo di dollaroni, grazie alla moda riportata in auge dal maghetto Potter e dal revival fantasy del Signore degli Anelli, due pilastri di cui Paolini non era all’oscuro e da cui a parecchio “citato”.
Eragon primo romanzo oggi trasposto in forma filmica, narra la nascita del rapporto empatico che si instaura tra un giovane cavaliere ed il suo drago (orribilmente, bisogna dirlo, doppiato in italiano dalla sportivissima Ilaria D’Amico), indirizzato sulla via della forza dal vecchio cavaliere Brom (in grigio Jeremy Irons) ed osteggiato da un cavaliere oscuro e usurpatore autoproclamatosi Imperatore, tale Galbatorix (John Malkovich), spalleggiato da uno spirito nero come Durza (Robert Carlyle). Si, effettivamente ricorda troppo a vicino qualcos’altro, non è vero? George Lucas dovrebbe chiedere qualche diritto d’autore (i primi 20 minuti della pellicola sembra un Guerre Stellari ambientato nel medioevo) ed anche gli eredi di Tolkien una telefonatina a chi di dovere dovrebbero fare… tipo ad un avvocato.
Eragon infatti, messo in scena in maniera opaca e sciatta dall’esperto di effetti speciali, qui debuttante alla regia Stefen Fangmeier (Hook, Casper, Twister, La tempesta perfetta, Master & Commander, Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi) sembra un Signore degli Anelli lillipuziano, a partire dal budget per finire all’approfondimento psicologico dei personaggi (?).
Quello che aveva reso grande la trilogia tolkieniana, ovvero la regia quadrimensionale di Peter Jackson, capace di muovere la mdp all’interno dello spazio tridimensionale creato dallo scrittore aggiungendo la dimensione emotiva che rivestiva di epicità il tutto, in Eragon manca completamente tanto tutto è scontato, prevedibile e risolto in maniera sospettosamente frettolosa.
Di fronte a tale quadro anche attori del tutto rispettabili come Jeremy Irons, in verità non nuovo ad impelagarsi in opere senza capo ne coda, John Malkovich e Robert Carlyle, il solo forse a salvarsi per l’ironia grottesca di cui riveste il proprio personaggio, finiscono per naufragar in questo denso mar…
[fabio melandri]


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