Emotivi anonimi
Les émotifs anonymes

Anno 2010

Nazione Francia, Belgio

Genere commedia

Durata 80'

Uscita 23/12/2011

distribuzione
Lucky Red

Regia
Jean-Pierre Améris
Sceneggiatura
Jean-Pierre Améris, Philippe Blasbland
Fotografia
Gérard Simon
Montaggio
Philippe Bourgueil
Scenografia
Sylvie Olivé
Costumi
Nathalie du Roscoat
Musica
Pierre Adenot
Produzione
Pan Européenne Production,
Studio Canal,
France 3 Cinema, Climax Films
Interpreti
Benoit Poelvoorde,
Isabelle Carré,
Lorella Cravotta,
Lise Lamétrie

 

“La timidezza è bella, ma può impedirti di fare tutte le cose che ami nella vita”. Con questa perla di saggezza, Morrissey apriva il più bel singolo degli anni '80 e trent'anni dopo, in un'epoca sfacciata e sempre pronta a far ostentare con enfasi i propri sentimenti in tv, su web o attraverso qualsiasi altro amplificatore, l'idea conserva la sua validità.

Così l'incontro tra Jean-René (Benoit Poelvoorde), direttore di una piccola fabbrica di cioccolato avviata al fallimento, e Angélique (Isabelle Carré), neo addetta alle vendite ma talento nascosto dell'arte cioccolatiera, coinvolge subito. Quella che potrebbe essere una qualsiasi storia d'amore e golosità infatti si rivela un sentiero irto di ostacoli e asperità, a causa della timidezza e delle insicurezze patologiche di entrambi. Tra figuracce, fughe, incontri presso gli “emotivi anonimi” (una sorta di terapia di gruppo come per gli ex alcolisti) e soprattutto tanta ironia, sapranno dare voce ai loro sentimenti.

Questa delicata commedia mai sopra le righe, parte con buone aspettative ma non le rispetta completamente. Se l'impronta atemporale e favolistica data alle location, ai costumi ed ai caratteri aggiunge fascino, oltre a confermare quanto sia difficile parlare di pudore coi tempi che corrono, lo sviluppo è segnato da troppi cliché e idee già viste. Insistere sul fatto che aprire il cuore è più facile se si risveglia anche il palato è un concetto abusato e consumato quanto un supereroe in 3D, ricorrere al canto nel bel mezzo della storia (omaggiando tra l'altro un'icona come la Julie Andrews di “Tutti insieme appassionatamente”) per dare espressione alle emozioni represse dei protagonisti è più prevedibile di un lieto fine, allontanarsi dalla scena del primo bacio facendo toccare in salto i tacchi come Charlot, è semplicemente troppo.

Il fatto che al di qua delle Alpi si sia fatto cantare e mangiare cioccolata per amore di recente e con esiti ben più modesti fa comunque essere clementi con un film che non pretende e non colpisce troppo, che ha il merito di affidarsi a due attori dotati, anche se non sempre misurati, che scorre con allegria e positività e che certamente emozionerà chi è troppo sensibile e schivo per “gettare il cuore oltre l'ostacolo”. Sempre ammesso che sia rimasto ancora qualcuno così su questo pianeta.
[emiliano duroni]