E venne il giorno
The Happening
Regia
M. Night Shyamalan
Sceneggiatura
M. Night Shyamalan
Fotografia
Tak Fujimoto
Montaggio
Conrad Buff IV
Scenografia
Anthony Dunne
Costumi
Betsy Heimann
Musica
James Newton Howard
Interpreti

Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Ashlyn Sanchez, Betty Buckley,
Spencer Breslin, Robert Bailey Jr., Frank Collison, Jeremy Strong, Alan Ruck, Victoria Clark

Produzione
Barry Mendel Productions, Blinding Edge Pictures, Spyglass Entertainment,
Twentieth Century-Fox Film Corporation, UTV Motion Picturesa
Anno
2008
Nazione
USA, India
Genere
drammatico
Durata
91'
Distribuzione
20th Century Fox
Uscita
12-06-2008
Giudizio
Media

E venne il giorno è un film di Shyamalan.
E questa potrebbe essere una banalità, direte voi. Ma E venne il giorno è un film di Shyamalan in un senso che abbraccia altro, oltre il mero fatto tecnico che la regia viene firmata dal piccolo regista indiano.
La pellicola si va infatti a collocare in un universo di riferimento ben preciso, quel mondo creato pazientemente proprio da Shyamalan nel corso della sua filmografia, e che è oggi qualcosa di più di una serie di film improntati allo stesso stile. E venne il giorno è dunque un pò come se lo aspetta chiunque abbia avuto a che fare con i vari Sesto senso, The Village, Signs e via discorrendo.
Il grande mistero, il motore narrativo scelto dal regista questa volta è una particella tossica emessa dalle piante che induce il cervello dell’essere umano all’autodistruzione.
Questa una breve sinossi descrittiva, che bene riassume ad uno spettatore distratto il nocciolo della vicenda, ma che si rivela del tutto parziale e approssimata di fronte ad una seconda visione.
Shyamalan come al solito usa le proprie storie per raccontare d’altro, per parlare di cinema per lo più, per esplorare le potenzialità e la profondità di un mezzo troppo legato alla “trama”, e che ha invece in potenza modalità espressive di enorme spessore.
Fioccheranno dunque le interpretazioni su cosa in realtà il film significhi, di cosa sia metafora, su che intrecci nasconda. Ma per tutta la propria carriera Shyamalan si è attenuto all’univocità di senso: quello che accade è esattamente quello che accade, e non altro. Da questo assunto parte anche E venne il giorno, che indaga e studia il proprio pubblico, raccogliendolo nella bambagia di una spiegazione che si rivela per lo meno parziale se ci si sofferma un attimo in più a pensare.
Giocando così su due tavoli, il regista spariglia ancora una volta il campo, concentrandosi sul mezzo-cinema e prendendo la storia come pretesto.
Una pellicola che, se si vuole azzardare un paragone, assomiglia a Signs, per costruzione e disvelamento, per gestione degli spazi e alternanza di sequenze, anche se si ritrova uno Shyamalan non al meglio, che evidenzia alcune difficoltà di costruzione e di gestione del proprio girato.
Dopo lo splendido inizio privo di epilogo, il film infatti marca qualche passaggio a vuoto, sia nella costruzione dei dialoghi che rispetto ad alcuni nessi narrativi, come l’ultima sequenza ambientata a Parigi, che attua un depotenziamento in senso didascalico della pellicola intera.Come al solito dunque, Shyamalan affascinerà chi lo ama e scontenterà chi già lo avversa, senza creare particolari scossoni tra le due fazioni di cinefile. [pietro salvatori]