"Vincere" di Bellocchio in Concorso a Cannes
 

VINCERE il nuovo film di Marco Bellocchio sarà presentato in Concorso al Festival di Cannes. Il film uscirà contemporaneamente nelle sale italiane, distribuito da 01 Distribution.

Nei panni di Ida Dalser, Giovanna Mezzogiorno, mentre Benito Mussolini è interpretato da Filippo Timi; nel cast anche Fausto Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio, Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello.

Il film è una coproduzione italo-francese Rai Cinema, Offside e Celluloid Dreams prodotto da Mario Gianani, con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di Eurimages, della Provincia Autonoma di Trento, di Trentino S.p.a., della Film Commission Torino Piemonte, in collaborazione con l’Istituto Luce che ha fornito i materiali di repertorio tratti dal proprio archivio.

VINCERE è diretto da Marco Bellocchio, scritto da Marco Bellocchio e Daniela Ceselli, direttore della fotografia è Daniele Ciprì, autore delle musiche Carlo Crivelli, del montaggio Francesca Calvelli, delle scene Marco Dentici, dei costumi Sergio Ballo, del suono Gaetano Carito..

Nella vita di Mussolini c’è uno scandalo segreto: una moglie e un figlio - concepito, riconosciuto e poi negato. Questo segreto ha un nome: Ida Dalser.
Una donna che grida la sua verità fino alla fine, nonostante il disegno del regime di distruggere ogni traccia che la colleghi al Duce. Per il regime Ida Dalser è una minaccia, una donna da rinchiudere in un ospedale psichiatrico - lontano dal figlio, dalla famiglia, dalla gente - dove tuttavia, incapace di sbiadire nell’ombra e forse salvarsi, continua a rivendicare il suo ruolo di moglie legittima del Duce e madre del suo primo figlio maschio Benito Albino Mussolini.
Le loro due esistenze sono state cancellate dal mondo e dalla memoria. Una pagina oscura che la storiografia ufficiale non racconta.

La storia comincia quando Benito Mussolini è alla direzione dell’Avanti quando incontra Ida Dalser a Milano. Antimonarchico e anticlericale Mussolini è un ardente agitatore socialista impegnato a guidare le folle verso un futuro di emancipazione sociale. In realtà la Dalser lo aveva già fuggevolmente incontrato a Trento e ne era rimasta folgorata.
Ida crede fortemente nelle sue idee: Mussolini è il suo eroe. Per lui, per finanziare la fondazione del Popolo d’Italia, il giornale che diventerà il nucleo del futuro Partito Fascista, vende tutto: appartamento, salone di bellezza, mobilio, gioielli.
Allo scoppio della guerra Benito Mussolini si arruola e scompare dalla vita della donna. Ida lo rivedrà in un ospedale militare, immobilizzato e accudito da Rachele, appena sposata con rito civile. Furente si scaglia contro la rivale rivendicando di essere lei la vera moglie, di avergli dato un figlio, ma viene allontanata a forza.
Ida è una donna dalle reazioni esplosive, incapace di accettare compromessi. Disconosciuta, sorvegliata, pedinata, non si arrende, protestando la sua verità, scrivendo lettere a chiunque: alle autorità, ai giornali, al Papa. Rinchiusa in manicomio lei - in un istituto il bambino - per oltre undici anni, tra torture e costrizioni fisiche, non ne uscirà mai più e mai più rivedrà suo figlio, a cui toccherà la stessa disperata sorte di esistenza cancellata.

Dichiara Marco Bellocchio: “Non avevo mai sentito parlare di questa storia. L’ho scoperta da un documentario visto in TV qualche anno fa: Il Segreto di Mussolini realizzato da Fabrizio Laurenti e Gianfranco Norelli. Questa Ida Dalser, che da Mussolini ebbe un figlio prima riconosciuto e poi rinnegato, mi sembrò una donna straordinaria. Una donna che gridò la sua verità fino alla fine, nonostante il regime cercasse di distruggerne ogni traccia. La moglie e il figlio segreto di Mussolini erano uno scandalo da nascondere. Al punto da cancellare le loro esistenze, non solo fisicamente: entrambi furono rinchiusi in manicomio dove morirono.
Ma se si va ancora oggi nella terra della Dalser, in Trentino, è incredibile quanto la memoria collettiva abbia conservato il ricordo vivissimo di questa tragedia omessa dalla storia ufficiale. Su cui sono stati scritti due libri (La moglie di Mussolini di Marco Zeni e Il figlio segreto del duce di Alfredo Pieroni) ricchi di documenti e testimonianze. Come ad esempio le lettere che la Dalser scriveva numerosissime alle più alte autorità, persino al Papa (e naturalmente a Mussolini), implorando di essere riconosciuta come la moglie legittima di Mussolini e la madre del suo primogenito. E anche alcune lettere di risposta del duce.
Non mi importava marcare e denunciare le nefandezze del regime fascista. Sono rimasto profondamente colpito da questa donna e dal suo rifiuto assoluto di qualsiasi compromesso. In fondo avrebbe potuto accettare di tornare nell’ombra, magari lautamente beneficiata come avvenne per tante altre amanti di Mussolini e come sempre è accaduto per le amanti dei potenti della storia.
Lei no, lei voleva rivendicare una sua identità. Lei non poteva accettare il tradimento di quest’uomo, un uomo che, come scrive nelle sue lettere, ha amato in modo assoluto, a cui ha dato tutto, anche il suo patrimonio. Ma Mussolini, diventato Duce, di quell’antico amore si doveva disfare, anche per non compromettere minimamente il rapporto con la Chiesa con la quale il regime stava lavorando per arrivare alla firma dei Patti del ’29. Tanto che il Papa lo definì in seguito l’uomo della Provvidenza. Madre e figlio dovevano sparire e con loro i documenti del matrimonio e della nascita del figlio a cui verrà cambiato il nome. Non dovevano più esistere.”