Più che una conferenza stampa, quella svoltasi alla Casa del Cinema per la presentazione della pellicola Valérie - Diario di una ninfomane, in uscita in Italia il 30 aprile in 90 copie, è stata una lezione di educazione sessuale.
La dissertazione è stata tenuta da Valérie Tasso, sessuologa nonché autrice dell’omonimo romanzo autobiografico da cui è tratta la pellicola, presente in sala assieme all’attrice Bélen Fabra. Lo spunto per la dissertazione è stata la censura italiana della locandina (vietata anche a Madrid, dove la pellicola diretta da Christian Molina è uscita ad ottobre). “Il sesso è un valore – precisa la Tasso -, e non un problema. Educare al sesso significa trasmettere valori e secondo me la censura non lo permette, lo vieta”.
Il film ripercorre alcuni anni della vita di Valérie (Bélen Fabra, per gran parte dei 93 minuti nuda), intenta a provare piacere per sentirsi viva, perché sa “comunicare meglio con il corpo che con le parole”. S’innamora di un maniaco, lo abbandona, tenta il suicidio, diventa una prostituta d’alto bordo fino a che comprende di voler solo “vivere”, essere libera di fare sesso con chi più le aggrada, senza farsi pagare o scegliere.
La storia di per sé potrebbe offrire spunti pruriginosi, ma secondo l’autrice è solo una scusa per riaffermare il ‘coitocentrismo’: “Qui in Italia il desiderio è proprietà dello Stato che ha deciso di coprire il manifesto del film (uno strappo nasconde la mano della protagonista che si infila nei suoi slip neri di pizzo, nrd.). Si tratta di discutere se i miei genitali appartengano allo Stato o se ho il raziocinio di gestirli. Il vero problema per la pellicola e la locandina è che attuano un golpe al ‘coitocentrismo’, ribaltano la visione secondo cui è l’uomo a scegliere, a decidere se e quando si possa avere un rapporto sessuale. Mi avevano persino proposto di cambiare il termine ninfomane con ‘ipersessuale’, ma non è una parola adatta a riassumere quello che svolgo e racconto. Sono pensieri destabilizzanti perché viviamo tuttora in una società patriarcale, mentre è importante rendere i ruoli intercambiabili, invertirli. Con il mio libro ho denunciato l’ordine sociale esistente: il titolo Valérie - Diario di una ninfomane è molto ironico”. Secondo la Tasso è fondamentale che si realizzi un’opera dove “si palesi il passaggio da una donna desiderabile a desiderante, protagonista delle sue scelte sessuali”.
Dello stesso avviso la protagonista Bélen Fabra, che sullo schermo mette a disposizione il suo corpo, più che l’intensità recitativa. L’interprete è delusa “dalla censura italiana (lunedì 27 si deciderà se la visione sarà vietata ai minori di 18 o 14 anni), secondo cui il poster incita al peccato. Mi domando perché darsi piacere debba essere considerato un problema, visto che fa parte della nostra natura. L’essenza di Val è di essere a disagio perché diversa dalle altre, ma nel contempo coraggiosa perché non ha paura di vivere come vuole. Come dice Jovanotti nella canzone Mi fido di te ‘La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”, così Valérie cerca se stessa anche a costo di soffrire. È stato impegnativo e per preparare al meglio il mio personaggio ho parlato molto con Valérie e Christian: entrambi mi hanno spinto ad essere me stessa, senza imitare o deformare l’autrice”.
I protagonisti maschili ne escono male: sono violenti, cocainomani, ossessivi e possessivi. Secondo la Fabra “è vero, ma l’uomo responsabile delle scene di maltrattamento, mentre la donna ha la responsabilità di dire basta”. L’autrice, essendone protagonista in prima persona, si rifiuta di dispensare consigli: “Il sesso non si insegna, va vissuto. Si tratta di un percorso personale, non si possono seguire dei modelli. Ricordiamoci che il sesso è un valore che non dà dipendenza. Molto dipende dall’uso che se ne fa, come quando si impugna un coltello per mangiare o per uccidere… Io desidero solo fare proselitismo della libertà individuale”. [valentina venturi]

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