Dal 9 gennaio, in 300 copie, esce il nuovo film interpretato da Jim Carrey Yes Man, diretto da Peyton Reed. Racconta la vita di un uomo che rifiuta la vita, inventa frottole per evitare di affrontare la realtà e tenta in ogni modo di evitare di mettersi in gioco. Dopo aver partecipato ad un programma motivazionale, basato sull’impegno di dire sì a tutto e sempre, decide di cambiare radicalmente.
Il protagonista di “Se mi lasci ti cancello” è per la prima volta a Roma per presentare la pellicola, assieme alla protagonista femminile Zooey Deschanel (già vista in Un ponte per Terabithia (2007) e A casa con i suoi del 2006) e al regista Reed. Questi i suoi commenti.

Cosa significa Yes Man?
Si può definire un gioco di parole. Carl è un uomo che, dopo aver preso la decisione di dire sì, abbraccia sul serio la vita. Tutti possono identificarsi in lui: all’inizio è un uomo isolato, un bugiardo. Ma poi accoglie l’universo e le opportunità che gli si presentano, senza farsi troppe domande. Chi non si è sentito così in un periodo dell’esistenza?.

Il film diretto da Peyton Reed (autore di “Ragazze nel pallone” (2000) e di “Ti odio, ti lascio, ti…” del 2006) tratta un tema importante, utilizzando il genere della commedia. Pensa sia una scelta adeguata?
La commedia è una pillola addolcita da un po’ di zucchero. Secondo me è il veicolo migliore per far riflettere: facendo ridere si affrontano temi reali. Desidero che il pubblico esca dalla sala e rifletta su qualcosa, dopo aver riso.

Quante risposte affermative e/o negative ha dato nella sua vita?
Direi 795 mila sì e 5 no! Sono convinto che dire no sia più difficile che accettare una proposta. In fondo se rifiuti, rischi di creare uno scontro con chi ti sta vicino, lo puoi deludere. Se invece approvi ogni cosa, difficilmente ti farai dei nemici.

Le cose più strane a cui ha detto sì durante la realizzazione di Yes Man?
Ce ne sono molte: aver imparato a parlare in coreano, aver suonato la chitarra e persino aver provato il bungee jumping. È stata una mia idea e a dire il vero ero molto spaventato: avevo le ‘chiappe strette’ durante il lancio, ma ne valeva la pena.

La vita di Carl cambia quando va ad un incontro con un “guru” del sì (interpretato da Terence Stamp). Cosa ne pensa di questi “santoni”?
In America esistono molti di movimenti di questo tipo. Alcuni sono fantastici, ma è importante che chi va a seguirli non si fermi al personaggio, all’imbonitore, ma rifletta sul messaggio.

Come è stato lavorare al fianco di Zooey Deschanel?
Fantastico. È una ragazza molto creativa, è attrice e musicista. Si distingue rispetto agli altri: è un personaggio anche nella realtà. Adoro come, con lo scorrere della pellicola, il nostro rapporto cambi, si evolva. Quando mi dice che mi ama, si sente che è stata una conquista.
Le canzoni presenti nel film – interviene il regista – all’inizio dovevano essere cantate in modo stonato. Poi, avendo a disposizione Zooey e la sua ispirazione, abbiamo deciso di cambiare completamente la sceneggiatura.

In una scena è dentro una videoteca ed affitta “300”. Che genere di film vede nella vita privata?
Sono l’uomo degli estremi. O guardo i reality show senza cervello, oppure i documentari intelligenti di National Geoghraphic. Non ho mezze misure.

Ha interpretato circa trenta film, ma il suo viso è famoso soprattutto per parti comiche. Cosa pensa di questo genere?
Sono convinto che la commedia porti sollievo alle persone, esprimendo sentimenti comuni. Fa leva sull’ego collettivo, mostrandoci sciocchi e facendoci riflettere. È il modo migliore per migliorare.

Ci vuole coraggio per fare l’attore?
Certo, non c’è certezza del risultato quando accetti una parte. Io tendo a dire di sì, ma non ‘bacio il culo’ a nessuno. Sono bendisposto a mettere la mia faccia in un progetto e sono convinto che nulla accada per caso: i ruoli ti trovano, ti scelgono. Ho accettato il film “Se mi lasci ti cancello” proprio quando avevo una ferita sentimentale adatta per quel personaggio. Oggi non credo che riuscirei ad interpretarlo come feci all’epoca. Adesso sentivo il bisogno di una parte positiva, ed è arrivato Yes Man. È un po’ come quando in un salone affollato, vedi una donna che ti colpisce: c’è solo lei e sai che è quella giusta. Nessuna ricompensa arriva senza rischio.

Le piacerebbe lavorare con Roberto Benigni?
E’ un talento fantastico, un’anima eccezionale. L’ho visto una volta e sì, mi piacerebbe lavorare con lui. Sono convinto che in lui ci sia amore puro per la vita.

Quali lavori ci sono nel suo futuro?
Due film di cui sono molto fiero. A Christmas Carol diretto da Robert Zemeckis, realizzato con la tecnica della motion Pictures. Poi I Love You Phillip Morris, con Ewan McGregor. Racconta la vicenda di un detenuto gay che tenta di fuggire dal carcere con il suo fidanzato. È una pellicola buffa e romantica. Se qualcuno avesse dei dubbi, sappiate che Ewan bacia alla grande!

 
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