Nero bifamiliare

[dichiarazioni raccolte da fabio melandri]

Federico Zampaglione

Zampaglione, definiremmo il suo film con tre termini: contaminato, elettronico e soagnolo. E'd'accordo?
Mi sono approcciato al cinema da appassionato. Con i miei videoclip cercavo di raccontare storie. Il mio film è un omaggio all'arte del cinema, mettendoci tutta la passione, dedizione, cura possibile. La mia musica è fortemente influenzata dall'elettronica. Nel montaggio e nel modo di girare c'è un qualcosa di quei ritmi e psidechelie. Ho cercato di raccontare in maniera diversa, evocando più che raccontando. Riguardo alla Spagna, amo molto il cinema spagnolo da Almodovar ad Alex de La Iglesias. Con Catinari (direttore della fotografia - ndr) cercavamo luoghi non immediatamente riconoscibili, mettendo l'accento più su cosa accade piuttosto che dove accade.


Quali sono i suoi registi di riferimento? come definirebbe il suo film?
Amo la commedia Anni Settanta (Monicelli, Comencini) come il cinema di genere (da Bava ad Argento), quello fatto di immagini e rallenti alla Sergio Leone. Anche con la musica non tendo mai ad ascoltare sempre lo stesso tipo di sonorità. Amo cambiare, così come al cinema. Nero bifamiliare lo deifnirei una commedia nera, che va a toccare temi discutibili di questa Italia.

La colonna sonora è composta da numerose canzoni dei Tiromancino. Potremmo considerare questo film come un videoclippone?
Non credo sia così. In alcuni momenti abbiamo privilegiato l'atmosfera musicale più che i dialoghi. Musica ed immagini hanno lo stesso potere di evocare emozioni e sensazioni. Ma parliamo di un film di trama, in cui i personaggi compiono percorsi e mutazioni, interagendo gli uni con gli altri e con l'ambiente circostante.

Domanda per la Gerini. Ritiene di aver in qualche modo influito nella decisione del suo compagno di debuttare alla regia cinematografica?
La vita è fatta di incontri. Il mio essere attrice forse ha accellerato il suo debutto. Ma quando ci incontrammo per la prima volta sul set di un videoclip in cui interpretavo Eva Kant, lui aveva in mente qusta storia.

Non pensa che ci sia un po' troppo buonismo nel film?
Non volevamo dare un messaggio negativo. Abbiamo volutamente dare un filo di speranza in più rispetto a quanto non accade nella realtà.

Cinzia Leone, bentornata al cinema. Ci vuole raccontare la sua espereinza sul set?
Ritengo che questo film sia una pellicola sulla cultura del sospetto e sullo spostamento del proprio fallimento nella rabbia contro gli altri. Il mio personaggio è la tipica donna che vestono molto fuori ma sono inesorabilmente nude dentro.

Zampaglione, si nota un grande affetto nei confronti di tutti i perosnaggi, buoni e cattivi.
Sono personaggi volutamente complessi. Non eroi ma persone normali, ognuna con le proprie paure che bisognava rendere simpatiche. Ci ho provato donando loro sfaccettaure, sfumature, curandoli tutti dall'inizio alla fine, senza abbandonarli mai.

 
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