anno 1
numero 2
settembre 2004

Un Leone a passo di danza: Stanley Donen

[fabio melandri]

"Nella mia vita ci sono stati grandi e noti registi, ma credetemi, c'è stato un solo Stanley Donen." Audrey Hepburn

Non vi è altro genere cinematografico che più del musical incarni perfettamente la vera natura del cinema: sogno, affabulazione, "entertainment". Nato con il sonoro - i primi film parlati erano in realtà film musicati, cantati - il musical è il genere cinematografico per eccellenza, mette in scena un mondo utopico, onirico, manifestamente falso, kitsch, propagandistico, trasformando questi difetti in pregi e punti di forza. Tra gli artisti che più hanno contribuito all’evoluzione del genere, merita un posto

d'onore Stanley Donen (Columbia, South Carolina, 1924), Leone d'oro alla carriera alla 61 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Ballerino di fila a Broadway, coreografo, arrivò al cinema giovanissimo firmando a soli 25 anni la regia di Un giorno a New York (On The Town, 1949), con Gene Kelly e Frank Sinatra, in cui trasforma New York nel più grande palcoscenico teatrale mai realizzato.
Marchio di fabbrica delle produzioni Donen, un ritmo vertiginoso della narrazione, dove senza soluzione di continuità si passa dalla parte recitata a quella cantata - integrante la sceneggiatura e non semplice intervallo musicale. Il ballo diventa un fatto atletico, ambientato in spazi aperti. La cura di scenografie e costumi vengono esaltati dai colori densi ed accesi della fotografia in Technicolor; la macchina da presa segue mobile e fluente i virtuosismi di attori e ballerini.
Le sue coreografia acrobatiche e mozzafiato sono finalizzate all'esaltazione atletica dell'attore-ballerino (Fred Astaire, Gene Kelly) e del corpo di ballo tutto. Basti pensare a Sette spose per sette fratelli (Seven Brides for Seven Brothers, 1954) in cui l'aggiornamento dell'episodio storico-mitologico del ‘Ratto delle Sabine’ da parte dei Romani, è lo spunto per una serie di numeri danzanti che per l'alto tasso acrobatico tolgono il fiato allo spettatore.
Altro marchio di fabbrica dell'opera di Stanley Donen è lo sfrenato senso dell'umorismo che attraversa tutti i suoi film. Cantando sotto la pioggia (Singing in The Rain, 1952) oltre ad essere una divertita incursione nel cinema che fu, sul drammatico momento di passaggio dal cinema muto a quello sonoro, è una perfetta commedia dai ritmi cadenzati e battute fulminanti, in cui Gene Kelly, Debbie Reynolds e Donald O’Connor formano uno dei cast più briosi ed esaltanti della storia del cinema.
Un umorismo che non lo abbandonò neanche quando decise di affrontare nuovi generi cinematografici. Fu tra i primi autori a cimentarsi in quello che fu presto definito come un nuovo genere cinematografico, il giallo - rosa. Una struttura narrativa da thriller condita da leggerezza di sentimenti. Fanno parte di questo periodo Indiscreto (Indiscret, 1958) con Cary Grant e Ingrid Bergman, Sciarada (Charade, 1963) con Cary Grant, Audrey Hepburn e Walter Matthaus, Arabesque (id, 1966) con Gregory Peck e Sophia Loren.
Personaggio eclettico, rappresentante del cinema mainstream hollywoodiano, è riuscito a mantenere sempre un'originalità ed indipendenza che gli hanno permesso di muoversi dentro e fuori i generi cinematografici preconfezionati, innovandoli o piegandoli alla propria visione della mondo e della vita. Esemplare il piccolo horror fantascientifico Saturn 3 (id, 1980) con Kirk Douglas ed Harvey Keitel, in cui la lotta ad eliminazione tra uomini e macchine - un robot che non ha nulla da invidiare ad Hal di 2001 Odissea nello Spazio - è narrata attraverso un uso della violenza e della tensione disciplinato e canalizzato come un rigoroso passo di danza.
Audrey Hepburn per Stanley Donen si tuffò in uno stagno senza saper nuotare e guidò un'auto da corsa senza avere la patente; noi ci limitiamo a rendere omaggio a questo giovane vecchio del cinema americano con la segreta speranza di poterlo rivedere all’opera sul grande schermo come si vocifera nelle stanze dei bottoni a Hollywood, California, Stati Uniti d’America.