anno 1
numero 3
novembre 2004

Consiglio per una buona lettura

[giuseppe panella]

Da Aristotele a Spielberg. Capire la filosofia attraverso i film

di Julio Cabrera (trad. it. di M. Di Sario)
Milano, Bruno Mondadori, 2000

Uscito in edizione italiana da qualche anno, pare che pochi tra i critici cinematografici se ne sia occupato o ne abbia tratto qualche profitto. Eppure la loro futura analisi dei film ne avrebbe tratto grande giovamento (lo stesso vale, ovviamente, per gli studi di filosofia). Il dispositivo del libro è facilmente riassumibile: ogni film contiene in sé un nocciolo teorico che può essere analizzato con gli strumenti del sapere filosofico. Per analizzare compiutamente un film in questa dimensione, tuttavia, non bisogna tanto prendere in considerazione il contenuto della narrazione filmica quanto la sua forma espressiva. Questo permette di recuperare e di riqualificare dei film nei quali nessuno tenderebbe a vedere una dimensione di tipo teorico. È il caso di Ladri di biciclette di De Sica. In esso, di solito considerato un capostipite del cinema di ispirazione ‘realista’, Cabrera trova significativa la messa in discussione dell'idea di visione e finisce per considerarlo un film in cui la visibilità reale delle cose subisce uno scacco legato alla natura stessa di esse: il cinema, infatti, non vede mai il reale così com'è ma come il regista e la macchina da presa lo vedono. Dunque ciò che lo schermo mostra non è mai il Vero ma esclusivamente il Verosimile. Un altro esempio significativo è legato alla teoria della conoscenza in Cartesio: leggendo insieme il Discorso sul metodo e Blow up di Antonioni (in particolare la celebre sequenza della ‘finta’ partita a tennis dei mimi), Cabrera individua nella ‘soggettività’ del fotografo protagonista del film (interpretato da David Hemmings) la chiave di volta della soluzione ai problemi che sorgono in relazione alla verità della propria immagine ‘personale’ del mondo. Lo ‘scetticismo visionario’ di Antonioni si rivela più adeguato a fondare una teoria della visione della celebre soluzione di Descartes basata sul Cogito, ergo sum. E si potrebbe continuare a lungo (il libro spazia da Platone fino a Wittgenstein).
Si tratta, in conclusione, di un libro veramente importante che permette di gettare uno sguardo originale sul cinema a chi voglia azzardarsi a farlo.